martedì 30 ottobre 2012

Risorse & Verginità.



















http://www.youtube.com/watch?v=i2NTuRqe4qM



Tempo fa, mi sembra passato un secolo, scrivevo a proposito dell’energia e della felicità.
Scrivevo dell’efficienza, provavo a scrivere, oltre che a dimostrare, di quanto essa non sia miseria ma il suo contrario.
Meno spreco = più consumo, consumo come fruizione di un bene, definendolo “valore” per produrre altro bene, più evoluto, altro valore più raffinato e congruo con la nostra strada obbligata.
Spreco come uso errato di una risorsa che come tale è un valore “finito”, non infinito.
Forse non riuscivo a trattenermi da un piccolo accento polemico, temo arrogante a volte.
Era solo un tema, non chiuso in se stesso, ma dati i tempi, un tema che ritenevo importante.
Non interessava a nessuno o forse disturbava troppi, non importa, è necessario essere “cool” e non è per tutti.

Parlavo  dell’esempio dell’isola di Pasqua, “Rapa Nui”, della sua misera fine.
Aveva tutto quell’isola , proprio tutto.
Era un luogo dove si viveva felici con tutto il necessario .
Un luogo pieno di risorse insomma, di quelle “rinnovabili” oltremodo, se ne rispetti la natura, il tempo perché la fotosintesi clorofilliana possa rigenerarsi.
Sono riusciti a farne un deserto per ergere statue sempre più alte in onore di un “Dio”, quello degli sprechi.
È passato tanto tempo da allora, sono solo cambiati gli dei forse, non gli impulsi, le fregole umane …. e non sono un “verde”, sono solo un piccolo uomo con i suoi piccoli occhi.
Oggi ho letto una notizia che sembra non abbia nulla a che fare, ma non sono sicuro della sua estraneità.
Quanto meno per quello che ha suscitato in me.
Leggo di una donna, non l’unica, che ha messo all’asta la sua verginità, per una congrua cifra.
L’asta è stata vinta da un giapponese, che pagando profumatamente, potrà dire : “ sono stato il primo”.
E lei, dopo potrà viaggiare, fare provini cinematografici, studiare, vivere insomma e dati i tempi, direi bene, vista l’entità della cifra battuta.
So che qui nel web si è parlato molto dell’argomento, in tutti i sensi.
Io non voglio tentare l’originalità, che non mi appartiene di sicuro come qualità, ma solo fare qualche considerazione, neppure troppo lucida.
La notizia mi ha rimandato alla crisi economica, non so perché, una visione forse e basta.
O forse no.
Questa estate ho visitato la Russia, la Russia ho detto, attenzione, non l’ex Unione Sovietica.
Ho parlato con molte persone, ho guardato, ho girato un po', per il poco tempo della mia permanenza e quello a  disposizione per girare.
Ho visto cose che in un precedente viaggio in Bielorussia nel 1994, sono risultate inimmaginabili.
Ma appunto mi dicono che la Bielorussia non è la Russia, è solo una colonia, anche adesso.
Un po' come la Grecia e la Germania , oooppps, scusate, l’Europa …….
In una parola ho visto una infinita ricchezza.
Risorse che nell’uso sconsiderato e nello spreco senza riserve, sembrano proprio infinite.
Teleriscaldamento per migliaia (non cambierebbe fossero solo centinaia) di chilometri con tubi leggermente coibentati e avvolti in una sottile lamiera completamente schiacciata, aria irrespirabile, acqua imbevibile, ville da mille e una notte.
Acqua calda sempre aperta, lampadine mai spente.
Mi è stato detto che costa poco ……… qualche euro al mese ……. senza contatori …………
Il solito valore numerico del denaro, non quello del tempo, del finito e dell’infinito ……. uomini della finanza spiegatemi per favore.
Comunque ho pensato : fortunati loro, loro che abbiamo pensato come poveri per tanto tempo quando noi non abbiamo mai avuto proprio nulla e siamo diventati “ricchi” o abbiamo solo creduto per un po' di esserlo.
Non abbiamo nulla di risorse intendo, abbiamo solo grandi necessità ma nessuna risorsa o davvero poche.
Come avrebbero potuto essere coinvolti i miei interlocutori cirillici in un discorso di efficienza?
Hanno tutto, sono in pochi, gli sprechi insensati li abbiamo fatti anche noi che non avevamo nulla …… e in proporzione al territorio, proprio come i Giapponesi viviamo in un formicaio.
Tornando in Italia, forse per la prima volta, ho visto con altri occhi un paese davvero povero, un paese senza nulla.
Di risorse intendo, di quelle primarie, del petrolio, del gas, dei 108 elementi della tabella di Mendeleev ….. di quelle che nel mondo imperiale della finanza, e nel mondo in generale ti fanno ricco.
Tornando qui, dopo pochi giorni di opulenza e spreco di risorse, la domanda ricorrente è stata: ma cosa abbiamo noi?
Esigenze, necessità, nessuna risorsa che sgorga libera dalla madre terra almeno quella che è “nostra” di diritto.
Chissà se è per questo che con poco grano siamo diventati bravi a fare la pasta ……
Piuttosto che le altre cose ( poche forse) che siamo bravi a fare con le mani e con la testa perché abbiamo solo quelle.
L’unica risorsa.
E nel troppo poco (e ormai molto superato) di quelle volenterose mani e di quelle contaminate e quindi evolute teste abbiamo avuto la necessità di vendere anche altro.
Come molti altri che non hanno nulla,  e che quindi “dipendono” da chi possiede le vere ricchezze, quelle libere delle terra che calpesti e affermi come “tua”.
Ci siamo venduti sempre e con chiunque ci potesse pagare, e non è legge del libero mercato , della domanda e offerta … qui Adam Smith temo abbia poco a che fare …..
È solo necessità di chi non ha nulla o troppo poco.
 Così abbiamo inventato mille verginità , mille imeni: da portaerei del mediterraneo a improbabili unità per  protezione da eventuali invasioni islamiche e mille e mille altre cose, mille altre verginità.
“Ognuno dà quello che ha” scriveva D’Annunzio scaricando cioccolato e caramelle su Vienna dopo che gli Austriaci avevano scaricato il loro sterco su Milano ……..
Sfortunatamente gli austriaci sanno fare l’acciaio, i nostri cioccolatini li compriamo in Cina contraffatti ….
E forse è proprio solo così.
Ognuno ha la sua singolare verginità da vendere, sotto forma di gas in cambio di elicotteri personali gratuiti, ville in Sardegna e belle donnine disponibili, piuttosto che bei palazzi antichi e pieni d’arte, fino alle pizze e ai mandolini, a Celentano che recita Shakespeare e Al Bano che insegna italiano nell’ex cortina di ferro ……..
Non credo esistano problemi di etica o morale.
Solo e soltanto necessità.
E ognuno per compensarle, risolvere, vende ciò che ha, seguendo la necessità di altri disposti a pagare per risolvere le loro.
Verginità solo appena differenti e rinnovabili, oltretutto, secondo le tendenze del momento.
Può esser gas o intelligenza, dipende dalla contingenza storica …..
Imeni rigenerabili insomma, basta trovare il giapponese giusto, basta che ne esista almeno uno in quel momento che abbia la sua fregola, ti ripaga un'altra volta solo per poter dire “ sono stato il primo”. ( e non gli interessa poi molto che l’imene sia solo chirurgia plastica …).
Come per l’ultimo re di Rapa Nui che offriva al suo Dio la statua più alta, un altro imene rigenerato, e la fine di un paradiso e del suo popolo.
Chissà ……. pensavo …… (dai pensavo per modo di dire …… )
Chissà se le risorse avessero un copyright “creative commons”.
Patrimonio di tutti, patrimonio dell’umanità.
Chissà che non troveremmo prima la strada, non la via d’uscita.
Dalle crisi, da orizzonti scuri.
Tutti insieme perché siamo legati tutti insieme da un unico destino, sorte, compito.
Ma forse anche l’imene di tutte le donne dovrebbe avere gli stessi diritti, doveri.
E non sono affatto sicuro che potrà mai essere così.
Temo di no.
Anche per loro, proprio come per noi.


FranzK.



Sempre.





















per sentirlo clicca qui:


Record music and voice >>


http://www.youtube.com/watch?v=JVUfQb04e4s



Sempre                                                                                             
Ogni istante
Morbide ali
Come petali delicati
Senza tempo
Per appassire
Prendono i nostri cuori
E li portano in volo
Verso l’oriente
L’occidente
E solo tenere carezze
Sincere armonie
Parole senza alfabeti
Si incontrano
Ci avvolgono
Nell'abbraccio struggente
Sempre
Di un amore vero.


FranzK.





Always
Every moment
Soft wings
How delicate petals
Timeless
To wither
Take our hearts
And carry them in flight
Towards the eastern
The West
And only caresses
Sincere harmonies
Words without alphabets
meet
we wrap
poignant embrace
always
Of a true love.


for Evgeniya.
for our love.



sabato 27 ottobre 2012

Un Bambino Curioso.






















per ascoltarlo clicca qui:

Audio recording >>



http://www.youtube.com/watch?v=ultUCC1-7Y0&feature=fvwrel


“Non smettiamo mai.
Di osservare, come bambini incuriositi
Il mistero che ci circonda.
Chi non prova stupore
Chi non prova sorpresa
È morto.
I suoi occhi sono spenti”. ( Albert Einstein).

Caro Albert.
Netwon è morto con delle certezze.
Morendo davvero.
Tu con tanti dubbi.
E con gli “occhi” aperti.
Accesi di dubbi.
Non morti di certezze.
E vivi ancora.
E come chi ha fatto di un Cristo uno stato.
Altri hanno fatto della tua conoscenza
Una arrogante certezza razionale.
Un altro altare, un altro stato.
Dimenticando
Che era solo la certezza del dubbio.
Che ha acceso i tuoi “occhi”.
Che mille sono le verità
Che solo fuori da uno schema
Consueto
Solo nello stupore
E nell’umiltà dell’osservazione
Si può incontrare
Parte del tutto.
E mai il tutto.
Perché abbiamo 5 sensi sviluppati
E infiniti che non conosciamo.
5 periferiche digitali
E mille e mille percezioni certe.
Senza ancora il coraggio.
Per crederci.
Per  accettarne la natura.
Perché non basta vedere o toccare.
Per credere.
Forse è necessario sentire.
Prima che capire.
Con gli “occhi” di un bambino
Non di un professore
Occhi arrossati di lacrime.
Di asili senza ospitalità
Liberati dal pianto
Del buio del raziocinio
Da un semplice gesto.
Stupefacente.
Atteso ma non sperato.
Ma finalmente compiuto.

Di vero amore.

FranzK.

venerdì 26 ottobre 2012

La Felicità.
































per sentirlo:

Record and upload voice >>

http://www.youtube.com/watch?v=aeYTBvanFmE


Già.
La Felicità.
Una parola.
Senza dizionario.
Senza spiegazione.
Senza negozio.
Dove acquistarla.
Mercato.
Per quotarla.
Con un valore.
Algebrico.
E cerchiamo quella.
Che non è pace.
Non ordine.
Ma caos.
Dentro.
Salto energetico.
Disordine.
Con un senso.
Senza logica.
Differenza di potenziale.
Che crea correnti.
Neurali.
O forse solo correnti.
Che non sappiamo.
Che è pace.
Di un uragano.
Vissuto.
Dentro la casa “dentro”.
Protetto.
Dalla semplicità.
Di un tepore.
Calmo.
Dentro un uragano.
Di emozioni.
Vere.
Una trasgressione.
Controllata.
Una contrazione.
Del muscolo cardiaco.
O di un altro.
Che non sappiamo.
Entropia?
Parola vecchia.
Non conta.
E’ differente la felicità.
Non basta un emozione.
Non è pace.
Non è guerra.
Solo disordine.
Dove trovi tutto.
Quello che ti serve.
In modo semplice.
Come in un ordine.
Che conosci bene.
Nel disordine.
Della percezione.
Di qualcosa
Profumato.
Di vero.
Non teme.
Non conta.
Non canta.
Non freme.
Ma vive.
E respira.
Sincrona.
Accordata.
Semplice.
Facile.
Olio.
Tiepido.
Fragrante.
Non convenzione.
Non abnegazione.
Non promessa.
Non contratto.
Ma permesso.
Concessione.
Stupore.
Accoglienza.
Contatto.
Intimo.
Indissolubile.
Nel forse.
Assoluto.
Dopo.
Alla fine.

Quando la fine dei tuoi respiri.
Può  finalmente sapere.
O l’inizio di un vero amore.
Qualsiasi tipo di vero amore.
Ti può accompagnare, senza fine, insieme, nel sapere già.

FranzK.


..... chi la conosce l'accompagna, sempre.....
......chi l'ha meritata, lo tiene per mano e conosce ....... sempre.

lunedì 22 ottobre 2012

L'Ombra della Sera.






























per ascoltarlo:


Audio recording and upload >>



https://www.youtube.com/watch?v=H2RxXCRDrf0



È della sera, l’ombra.
La notte la cancella per sempre.
Non è di luce.
Del giorno.
Troppo intensa.
Che è fatta.
È troppo corta.
Per vederla bene.
La calpesti, ma non la vedi.
È il tempo del tramonto.
Il tempo giusto.
Per vederla, quando si allunga.
Come un solco
Che ti divide.
Dalla pace del buio.
È della sera l’ombra.
Perché si allunga.
E la vedi.
È la tua.
Sta finendo.
Sfumando.
Distesa davanti a te.
La sua luce corta del giorno.

E’ nella sera.
Nell’allungarsi delle tue forme.
Finite.
Sfinite.
Che puoi sapere.
Di te.
Del nulla che è stato.
Del troppo che hai creduto.
Delle tua ombra.
E di te.
Che la inseguivi.
Per rimanere giovane.
Ma non si può.
Avere pensieri felici.
Quando calpesti la tua ombra.
Allungata.
Sfinita.
Sfumata.
Nel tepore della sera.
Struggente.
Del giorno passato.
Ormai finito.
Sfinito.

E finalmente.
Puoi vedere.
Il nulla che resta.
Il troppo che è stato.
Puoi vedere la sua bellezza.
Che sebbene divina.
Muore.
Nella luce tenera.
E dolce.
Del tuo tramonto.

FranzK.


domenica 21 ottobre 2012

Un Cuore Solo.

















Non ho quattro mani.
Otto occhi.
Dodici gambe.
Se varchi la soglia della mia casa.
Se la sua porta si apre.
Trovi un uomo.
Con un cuore
Uno solo.

Non soffro di sindromi.
Non sono doppio.
Né un multiplo.
Neppure borderline.
Se la mia casa ti accoglie.
Se la sua porta si apre.
Trovi solo un uomo.
Con un cuore.

Un cuore solo.
Che a volte resta solo.
Perché non è un falso.
È uno.
Unico.
Non può falsificarsi.
E se apre la sua porta.
Trovi solo rispetto.
Perché è uno solo.

Rispetto di una semplice accoglienza.
Rispetto di un vero amore.
Perché non è una copia.
O una fotocopia.
È un cuore analogico.
Senza transistor.
Sincero.
Senza virus digitali.

Puoi forzare la porta della mia casa.
Non quella del mio cuore.
Puoi rubarmi oggetti.
Non emozioni.
Puoi forzare password.
Crakkare informazioni.
Ma non sentimenti.
Non amore vero.

Puoi aprire cassetti.
Sono aperti.
Puoi raccontare di me.
Mi racconto da solo.
È facile distruggere l’onestà.
Perché non teme.
Si mostra.
Non si nasconde.

E anche lei non ha due verità.
Quattro punti di vista.
Dodici gradi di libertà confusa.
Sei opinioni.
Non vive nell'ombra del privato.
Del nascosto.
L’onestà è chiara come  il riflesso della luce.
E ha un cuore solo.

Non possiede.
Non impone.
Non tradisce.
Non ruba.
Non fruga.
Non confonde.
Perché non è malata.
Non teme il tempo e la verità.

L’onestà teme se stessa a volte.
Ha paura di non essere compresa.
Perché è merce rara.
Vero oro.
Non vero coraggio.
Si protegge.
E resta sola a volte.
Ma con un cuore solo.

E le cose vere non passano.
Non temono il tempo.
Neppure le prove della vita.
Respirano con due polmoni.
Pieni d’aria di montagna.
Fresca, vera, vissuta.
E hanno un cuore vero.
Uno solo.

Come il mio, come il tuo.

FranzK.


Dedicato a Evgeniya, che con rispetto, senza far rumore, ha aperto le porte della mia casa e del mio cuore.