domenica 9 maggio 2010

Rolling Metafisica.



 [http://www.youtube.com/watch?v=catP2BDxnAY]



La perfezione.
Quasi la bellezza.
O il massimo della bellezza.
Quasi un dio.
Da non riuscire a farne a meno.
Di quel tondo, rotondo, del cerchio di una ruota.
Che rotola.
Leggera.
Veloce.
Veloce.
Veloce.
Che fascino il veloce di lei che rotola veloce.
E nessuno sa.
Bene il perché.

Quel tondo rotondo.
Non si può calcolare.
È senza numero.
Senza misura.
Vite sprecate in Francia, per aggiungere numeri infiniti dietro il pi dei greci.
Quel rotondo è un pugno alla logica.
Senza scienza  perfetta senza matematica finita.
Infatti se non si deforma non ruota.
Se non viene schiacciato contro qualcosa rimane immobile.
L’attrito è semplicemente deformazione elastica.
Che rende tutto così imperfetto.
Che alla fine sembra che funziona tutto.
Sembra sia necessaria un imperfezione perché le cose possano funzionare.
Anche per la tonda divinità della ruota.
Che ha necessità di uscire fuori dalla sua perfezione per girare.

O forse fuori dalla sua imperfezione?
Dato che non si può sapere esattamente quanto misura la sua circonferenza?
È perfetta prima che non gira e non si misura o dopo nel contrario?
La nostra sacra divinità.
I poeti ne hanno fatto poesia.
Gli artisti tela o scultura.
Proprio come conviene ad un dio.
Ad una luogo di culto.
Forse perché non l’abbiamo mai capita fino in fondo.
Nel suo rotolare.
Veloce.
Veloce.
Veloce.
Che fascino il veloce di lei che rotola veloce.
E nessuno sa.
Bene il perché.

E non rotola sempre uguale.
Dipende.
Da come la giri.
Se in orizzontale o in verticale.
Se su se stessa o su un centro.
Cioè su una’altra se stessa.
Se contro a se stessa o contro il mondo.
Se è fatta di carne come i nostri piedi o di acciaio.
E dipende anche da cosa è fatta la strada.
O lo spazio intorno.
Se è alimentata dalla gravità o se si oppone ad essa.
O se è in posizione indifferente.
Pronta per il suo meglio e il suo peggio.
Indecisa.
Il peggio da controllare.

E tutto intorno vedo ruote.
Un mondo fatto di ruote.
Che rotolano.
Perdendo la circolarità.
E quindi il loro perfetto poetico.
E l’imperfetto reale.
E girando, girano il mondo.
Lo costruiscono.
Distruggono.
Cambiano.
E siamo tutti attaccati lì.
Al suo veloce rotolare.
Con mille divinità differenti.
Ed una sola alla quale crediamo tutti.
Lei.

L’unica che tutti non abbiamo forse ancora capito fino in fondo.

Franz.K

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