giovedì 29 dicembre 2011

I sogni che non sai.





Leggo : “Fase due”: crescita.( la "Fase uno" sembra non abbia sortito, almeno fino ad oggi, gli effetti desiderati …..)
Crescita, cosa significa crescita?
Ho riflettuto molto sul suo significato.
Perché la parola in sé, se non è riferita a piante, animali, uomini o a trasformazioni termodinamiche, mi dice poco.
Così ho deciso di approfondire un po', di rifletterci ma non solo.
Mi sono svegliato e ho cominciato a fare un giro per casa.
Dettagliato.
Prestando la massima attenzione a tutto, ad ogni singolo dettaglio.
Camera per camera, oggetto per oggetto.
Da quelli che uso di più, pochi peraltro, a quelli che mi ero dimenticato di possedere.
E, sapendone almeno un po', mi sono immaginato, per ciascuno di loro, la tecnologia per produrlo.
Uno ad uno.
Ho impiegato tutta la mattina per il sopralluogo.
L’elenco lo evito, sarebbe noioso e credo per la maggior parte anche poco formativo.
Lo evito perché mi ha procurato anche una leggera emicrania, l’impegno del tour e relative elucubrazioni.
Ho fissato, come sintesi, un solo pensiero: un mare di energia, da quella fossile, a quella umana, dal petrolio al pensiero a muscoli indolenziti.
Risorse e vite in poche parole.

Pausa panino quasi obbligatoria.

Il pomeriggio ho deciso di dedicarlo ad altro.
Un poco più rilassante.
Mi sono accomodato sul divano e ho deciso di dedicarmi ai ricordi.
Quelli relativi alla mia infanzia.
A quella umilissima abitazione che mi ha visto bambino, in crescita, in quel minuscolo borgo medioevale quasi irraggiungibile.
Ho cercato, scavando nei ricordi più reconditi, di ricostruire almeno nel pensiero, gli oggetti che possedevo allora.
Ho provato a fare un giro virtuale ma lucido al massimo.
L’operazione è stata molto veloce, più del previsto, più di quanto avevo sperato di stare un bel po' accoccolato sul comodo giaciglio.
Allora non avevo quasi nulla.
Neanche giocattoli.
Infatti me li costruivo da solo, sarà per quello che dopo ho fatto l’”inventore” (che fastidiooooo l’aggettivo).
E anche per costruirli avevo davvero pochi attrezzi oltre che troppi pochi anni.
Raddrizzavo chiodi tutti storti trovati qua e là per unire pezzi di legno mal levigati.
Il romantico di quei ricordi è ancora struggente per me.
Altra sintesi: mi mancavano un sacco di cose, e quelle che avevo le utilizzavo ben oltre le loro possibilità, mi mancava quasi tutto anche per costruirmi da solo un semplice giocattolo.
Poche risorse e un sacco di muscoli indolenziti, oltre che il cervello.

Altra pausa, e sono nel posto giusto per farla, stiracchiato sul comodo divano.

Da quasi nulla a  quasi troppo.(il secondo quasi lo metto con riserva).
(leggevo stasera, che nel nostro paese ci sono trenta milioni di abitazioni, pari a circa centosettantasette milioni di locali con circa sessantunmilioni di abitanti …….. una casa vera ogni due persone, circa tre locali a testa …… sarà il caso di costruirne altre? ……..)
Almeno per me.
Almeno per moltissimi di noi.
In una quarantina d’anni mal contati.
La parola “crescita” ha cominciato ad assumere un significato ben preciso ma non ancora soddisfacente.
Non ancora.
Mi manca un perché, chiaro e univoco, un perché oltre la necessità primarie.
In fondo avevo poco ma non sono mica morto, né di caldo, di freddo o di fame.
Anzi sono cresciuto, anche abbastanza felice, sano (cervello a parte) e sereno, istruito e non solo.
Mi manca un perché senza dubbi.
Per dare un senso definitivo alla parola “crescita”.
Cerco domande.
Per speculazione di pochi?
Coercitiva e imposta?
Un obbligo condizionato non necessario?
In parte potrebbe essere ma non mi convince ancora.
Il pensiero si sposta, penso ai miei genitori.
Alla loro vita, alle loro aspirazioni, speranze ……….. sogni.
Sogni, sogni, sogni, ecco la risposta, solo sogni.
Avevano dei sogni e altri, con problemi quotidiani meno pressanti dei loro, ne avevano di più evoluti.
La mia nuova casa è colma di sogni, quanto quella vecchia di misera realtà.
Adesso tutto quadra, adesso la parola crescita mi è chiara, univoca, priva di ombre.
La speculazione è scontata ma non riesce a far nulla senza i sogni di qualcuno.
Nessuna crescita, al massimo mantenimento del privilegio, ma nessuna crescita.

Pausa, devo nutrirmi e pensare ad una soluzione, cosa che a stomaco vuoto mi riesce male, ma esco con la garanzia che per stanotte qualcosa mi verrà in mente, anche fosse solo una fantasia ma verrà, prima di domattina.
Perché il lungo periodo recessivo previsto non è solo nostro, del nostro paese (il solito “cul de sac”, peccato) ma globale, quanto lo sono i mercati e l’economia.
Panino birra e poi cerco di inventarmi qualcosa, fosse anche solo di fantasia, è una promessa.

Panino e birra doppi, poi un po' di assenzio, era necessario.
Ecco, ci siamo.
Credo di avere una soluzione, fantasiosa, chissà poi quanto,( più avanti vedrete che la realtà molte volte supera di gran lunga la fantasia ….. più avanti) ma una soluzione.
Stanotte ho pensato ad una nuova macchina.
Nuova per modo di dire, ma funziona.
È una macchina che permette di teletrasportare le persone.
Davvero, non per finta.
È complessa, comporta il dispiego di tutte le tecnologie esistenti più qualcuna nuova da studiare.
Pensate!
Potremmo vederci in circa cinque minuti, più o meno, in una notte non ce la faccio a fare conti precisi al secondo.
E non toglie nulla a nessuno,anzi aumenta tutti, si potrà interfacciarla a Facebook, decidere se vieni tu da me o viceversa, e comporta l’utilizzo di tutte le tecnologie disponibili, da quella automobilistica a quella aerospaziale, a quella digitale.
Ha un costo approssimativo di circa quarantamila dollari e consuma la metà dell’energia di un automobile, pro capite, si intende.
Penso di avercele fatta.
Non  credete?
Non è un sogno per tutti?
Cinque minuti, e ci vediamo, con costi irrisori.
Penso che dovremo produrne almeno un paio di miliardi tanto per cominciare.( altro che i-phone ….)
Poi ovviamente i prezzi si abbasseranno e aumenteremo la produzione.
Credo di aver rilanciato l’economia mondiale.
Recessione adieu!
Solo con un semplice sogno.
Divenuto realtà.
Possibile, desiderato da tutti, ne sono certo, e finalmente per tutti possibile.
Siete pronti a chiedere un prestito per averla?
La macchina del teletrasporto dico.
Sono sicuro che le banche avranno i soldi da prestarvi, forse anche senza fido.
Ma mi raccomando, c’è tanto lavoro per tutti, dagli Italiani ai Cinesi.
Dovrete darvi da fare però.
Siete pronti per un periodo di crescita?
Vertiginosa.
Secondo il vostro tempo, illimitata?
Siete pronti a lavorare come matti?
Oppure no?
Non ho cambiato modello, sono rimasto al suo interno, come Gordon Comstock.(OrwellFiorirà l’aspidistra)
Vorrei solo sapere se voi siete pronti.
Felici.


FranzK.

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