lunedì 26 aprile 2010

Bic da combattimento.




L’incontro si può dire.
Sia stato casuale.
Non voluto.
Assolutamente.
Stesso reparto.
Differente follia.
E sesso anche.
Quindi nulla in comune.
Per la guarigione.
Nulla da condividere.
Che non fosse un semplice dettaglio.
La voglia di combattere.

Disperatamente.
Non cedere.
Alla tentazione della normalità.
Del quotidiano molle.
Molliccio.
Afoso.
Appiccicoso.
Non cedere.
Non darsi per vinti.
Meglio il reparto con lo svolazzo del cuculo.
Che le stesse parole.
Sempre gli stessi significati.

Meglio lo psyco-fish.
Cibo da matti.
Fatto di nutella spalmata sul salame crudo.
Con finale a sorpresa.
Altro che bistecca alla milanese.
Altro che.
Discussioni a non finire.
Su raccoglimenti infantili.
Di persone sbadate.
Che non riescono assolutamente a capire.
La differenza fondamentale.
Tra neonati e bottiglie di champagne.

Non parliamo di questioni personali.
Come l’eucalipto sottomarino.
Mai riconosciuto.
Come alterazione genetica di una cernia.
Da combattimento.
Si intende.
O come certa bellezza malcelata.
Vergognosa.
La fusioni di suoni linguistici.
Le spurie.
Gli accenti.
E le regine musicali.

Tutto per non cedere al consueto.
Al molle.
All’amorfo.
Così adesso giochiamo ai lati estremi del reparto.
Con delle cerbottane.
Fatte con delle bic.
Ci spariamo pallottole di pensiero.
Con le cerbottane.
Fatte con delle bic.
Che ho reso pieghevoli.
Per non farci scoprire.

Franz.K

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