mercoledì 3 febbraio 2010

Universi elastici.




 [http://www.youtube.com/watch?v=XCOBqJ9zVjU&feature=related]


Cosa sarà mai?
Rispetto all’argomento dell’energia.
Cosa c’entra? si dirà.

La rigidezza è una semplice caratteristica di tutte le cose.
Di tutte le cose del nostro universo elastico.
Come si può immaginarla in modo semplice?

Vediamo e proviamo.

La rigidezza è la proprietà di qualsiasi corpo a deformarsi sotto una data ……. forza?
Tipo se provo a tirare una corda più grande farò più “fatica” ad allungarla di una più piccola, se le due corde sono di ugual natura ovviamente.
Va bene.
Al momento, diamo per scontato il dogma.

Ora torniamo un istante al nostro universo elastico e trasformiamolo in uno perfettamente contrario.

Anelastico assoluto.

Tutte le cose, in questo nuovo luogo, finirebbero  per essere infinitamente rigide e nessuna forza sarebbe in grado di produrre alcuna deformazione su di esse.

Ai  bei tempi dell’ultima superiore, io e qualche amico, ci eravamo immaginati questa situazione:
Un campo da bocce con alla fine di esso l’assicella di contenimento.
Una boccia e il giocatore che la lancia.
Ma la lancia troppo forte e la boccia finisce contro l’assicella.

Ecco, nell’universo privo di elasticità, cosa accadrebbe?

Ricordo le notti passate a discutere.
Con toni infuocati a volte.
Non potevate andare a donne al posto che pensare a queste cavolate? Direte voi.
Eravamo timidi sfortunatamente, noi tre o quattro “complicati” del gruppo.
Garantisco che se nasco un’altra volta, nasco semplice e molto, molto meno timido.
Bene, alla fine comunque, la conclusione risultò trovarci d’accordo in questo modo.

La boccia, finendo contro l’assicella, visto le nature reciprocamente anelastiche e quindi infinitamente rigide, avrebbe finito per fermarsi contro di esso senza produrgli alcuno spostamento e subirne alcun rimbalzo.

L’energia posseduta dalla boccia, data secondo Albert dalla sua massa per la sua velocità al quadrato, diviso due, non avrebbe potuto che trasformarsi istantaneamente in energia termica portando il punto di contatto,  tra essa e l’assicella, al punto di fusione.

Non solo, il valore della decelerazione, in mancanza di “spazio” di deformazione, e secondo la velocità al quadrato diviso due volte questo spazio, avrebbe assunto per uno spazio uguale a zero, un valore tendente all’infinito generando quindi una infinita forza.

Noioso?
Spero di no.

Ecco, perché così la forza, forse riesco a capirla.
È una cosa rigidissima e indeformabile come tutte le cose di quell’universo tanto anelastico quanto inverosimile.
Mi sembra quasi di vederla.

Se torno nel nostro di universo invece, quello di tutti i giorni, data l’elasticità e quindi la deformabilità di tutte le cose, non riesco che a comprendere possibili scambi energetici.

La boccia avrebbe battuto contro l’assicella, che , in proporzione a quanto rigida rispetto ad essa, le avrebbe “catturato” una porzione di energia, dissipandola sotto forma di deformazione in se stessa, nella terra nella quale era conficcata e nelle vibrazioni trasmesse all’aria.

E poi?

Poi la boccia, a cui l’assicella ha sottratto quel poco o tanto di energia, si sarebbe deformata nell’impatto per quella che le era rimasta e l’avrebbe restituita sotto forma di inversione del moto, dissipandola attraverso l’attrito con il terreno e con l’aria, nonché nei suoi scorrimenti viscosi interni fino a fermarsi.

Fermarsi ….. apparentemente fermarsi, diciamo.

Non vedo forze, vedo scambi di pacchetti” energetici.
Sotto forma di deformazioni elastiche e tempo.
Le forze non riesco a trovarle, nell’universo elastico.
Non riesco a capirle.

Si vede che sono un timido anche per loro.

Perché se l’energia è una forza per uno spostamento che avviene in un certo tempo, persistente nel Tempo, sarebbe necessario avere la scultura di una forza per crederci.

È un peso?
Quindi la gravità?
O l’attrazione o la repulsione di una calamita?
Quindi un “campo”?
O cos’altro?

Perché non sono mai riuscito a vederne una, di forza, mentre ho visto, vissuto e percepito, continuando a farlo, l’energia.
E tutto quello che conosco è pulsazione.
Un’origine ancora più difficile da capire, nella mia incapacità di semplicità.
Almeno quella che mi assilla fino ad adesso.

Una calamita è fatta di atomi e pare che i legami fra di loro siano di tipo vibrazionale.

Ancora deformabilità e spostamenti.

Così come tutti gli altri corpi.

Come la luce che anch’essa è onda pulsante.

Come il suono.

Che lo è altrettanto.

Come gli uomini.
Che non riescono che a trasferire energie.
Non forze.
Perché sono elastici.

Anche se non proprio tutti.

Franz.K

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