lunedì 12 aprile 2010

Il fascino della difformità.




 [http://www.youtube.com/watch?v=uclMGPz-Blo&feature=related]


C’è tutta una serie di cose.
Che sembrano produrre fatali attrazioni.
Curiosità isteriche.
Quasi fino all’alterazione dell’equilibrio perfettamente sferico del nostro baricentro.
E non so se è una semplice impressione, ma forse non accade solo a me.
Di subire gravità pesanti verso la difformità.
Come se potesse contenere chissà cosa.
Attrazioni molto accelerate.
Come se solo l’anomalia potesse distinguere l’unica casa per delle risposte.
Delle certezze.
E più essa è in deriva nella sua differente natura e più il fascino diviene insostenibile.

Il difforme a volte sembra apparire l’unico possibile contenitore del meglio.
Molto di più che non il nuovo.
Il nuovo o il differente?
Non sono affatto certo siano due cose uguali.
Assimilabili.
Anzi, mi sembrano quasi opposte, in una semplicistica apparenza di similitudine.
In quanto il nuovo è solo rinnovamento.
Con schema base inalterato.
Facce nuove, muri nuovi, vita uguale.
Il differente è rottura.

Vite differenti.
Con visi al posto di facce, spazi al posto di muri, libertà al posto di schemi.
Difficile la difformità.
Quanto attraente.
Da lasciarci cuore e mente.
Da avere necessità di tempo senza tempo per comprenderla.
Innescare il processo osmotico di assorbimento.
Acquisirla.
Trasformarla in consuetudine.
In normalità successiva.

In qualsiasi caso.
Non conta se accettata o rifiutata.
Conta solo che dopo un certo tempo diviene normalità.
E con essa finisce di agitare e calma.
Finisce di stravolgere e rassicura.
Non eccita più, comprende e basta.
E non affascina più.
Come tutte le cose che entrano nel quotidiano della nostra vita.
Non è più oggetto da comprendere masticandolo con le gengive di un ignaro infante.
Con le sole gengive a disposizione.
Appena lubrificate dalla bava.

Rari casi si contano come difformi relativi alla difformità.
E personalmente li auguro a chiunque.
Affidandomi alla vostra comprensione.
Parlo di quelli relativi all’anomalia dell’anomalia.
E non posso che augurarli a chiunque.
Perché sono rari.
Rarissimi secondo il mio conosciuto.
E riguardano il vero ovviamente.
La non ovvietà del vero difforme.
Che auguro proprio a tutti.
Perché rimane stupore e fascino per sempre.

Franz.K

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