sabato 10 dicembre 2011

Democrazia usurpata




Un invenzione dei Greci.
Circa 2500 anni fa.
Il potere al popolo.

“Un esempio è il principio aristotelico che distingue fra tre forme pure e tre forme corrotte di governo: monarchia (governo del singolo), aristocrazia (governo dei migliori) epolitía (governo di molti), esse secondo il filosofo rischiavano di degenerare rispettivamente in dispotismo, oligarchia (governo di un'élite), e democrazia (potere gestito dalla massa, dittatura della maggioranza, "quantitativismo" politico e per ciò stesso dispotico e autoritario)

Non so che compio un grave errore a pensare che nella sua interpretazione moderna abbiamo fatto un bel minestrone.
Aristotelico.
Nella sua peggiore interpretazione.
Nella sua peggior forma di corruzione.

Dalla dittatura di una maggioranza stolta, siamo giunti di nuovo alla necessità di una monarchia dispotica.
Passando per la più grave depravazione dell’oligarchia elitaria.
Che non premia i “migliori” ma i più aristocratici nel senso aristocratico stretto del termine.
I più ricchi insomma, di soldi.

Dopo  2500 anni ancora fermi ai Greci.
La democrazia come il meno peggio e non il meglio come regola per il vivere comune.
Comunitario.
Di condivisione e bene comune.

“La prima critica che si fa alla democrazia è il paradosso insito in se stessa, ovvero se la maggioranza delle persone desiderasse un governo antidemocratico, la democrazia cesserebbe di esistere. Tuttavia se si opponesse cesserebbe di essere democrazia in quanto andrebbe contro alla volontà della maggioranza. Un esempio di questo tipo è quello di un Paese con una forte maggioranza di una religione nel quale un partito porta i leader religiosi al potere, disconosce la laicità dello Stato, e desidera instaurare una teocrazia; oppure di un orientamento politico che rifiuta la Costituzione e di indire nuove elezioni democratiche. In secondo luogo si puntualizza un fattore semantico troppo spesso volutamente frainteso: le parole "democrazia" e "libertà" non sono sinonimi. Ogni sistema politico può essere democratico o non democratico. In ogni sistema politico può esserci libertà oppure non esserci. Ma queste due parole non necessariamente vanno di pari passo. In un sistema può esserci democrazia senza libertà, e può esserci libertà senza democrazia.

Io mi spingo oltre.
Se la maggioranza relativa o assoluta è folle mi obbliga alla follia.
E non  sono certo io un monarchico.
Non mi auspico né auguro forme dispotiche o oligarchiche.

Riprendo ancora Gramellini se posso.
In un altro suo “Buongiorno”.
Per realizzare una democrazia compiuta occorre avere il coraggio di rimettere in discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appellandomi al principio di uguaglianza: devo prima superare un esame di volo. Perché quindi il voto, attività non meno affascinante e pericolosa, dovrebbe essere sottratta a un esame preventivo di educazione civica e di conoscenza minima della Costituzione?

Tempo fa, molto tempo fa, dinanzi ad una settantina di dipendenti pubblici, proponevo qualcosa di meno drastico.
A proposito di diritto al voto.
Sostituendo ad esami preventivi di educazione civica e conoscenza della costituzione almeno una prova certificata di Q.I.
Fatto in Svizzera ovviamente.

Perché se vogliamo realizzare la democrazia dei “migliori”, i migliori piloti di volo, non potremo mai pensare che un voto è uguale per tutti.
Quanti stolti servono per fare almeno un mezzo saggio?
Troviamo un parametro.
Al di là di ogni laurea, titolo onorifico e status sociale.
Che può garantire nozionismo, accessibilità di esperienza,cultura media, ma non saggezza e luminanza intellettuale.

Rischiai il linciaggio e la lapidazione da parte dei 70 ai quali avevo lanciato la provocazione.
E non solo.
Pur non conoscendo il mio Q.I. (ne ho una certificato), né il loro, fui indicato come un despota troppo intelligente.
Senza neppure conoscere il loro, ovviamente.
Si sono sentiti stupidi prima ancora di sapere se lo fossero davvero.

Oggi siamo certi di una cosa.
Spero almeno ne abbiamo preso coscienza.
I sistemi democratici elitari piuttosto che quelli dittatoriali delle maggioranze portano al baratro.
Non solo economico, ma sociale purtroppo.

Mi auspico che presto troveremo un modo per una forma di governo dei “migliori”
Di una “aristocrazia” vera.
Fatta di uomini veri.
Ricchi o poveri, studiati o campagnoli.

Ma Uomini, non scimmie.

FranzK.

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