venerdì 26 marzo 2010

Appuntamenti aborigeni.




 [http://www.youtube.com/watch?v=viNUf7pe2VM&feature=related]


Ricordate le credenze aborigene?
Quelle del Web 10.0?
Quelle per cui gli aborigeni australiani comunicano con il pensiero?
Senza alcun cavo o connessione cablata?

Ricordate anche la lei e il lui dei numeri percentuali?
Il loro drammatico amore?
Il loro incontro?
I loro baci appassionati?

Quale relazione chiederete?
Tra queste due storie.
Beh vi garantisco che ne esiste una incredibile.
Che vi racconterò.

La lei e il lui della storia non si videro più per un pezzo di tempo.
Niente telefoni, niente incontri.
Il “50-80” aveva spezzato le ossa ad entrambe.
Anche se lui era davvero un tipo ostinato, quanto lei molto indecisa.

Così ad un tratto decise di raggiungere il luogo dove l’aveva conosciuta.
Portandole in dono un pezzo delle sue mani.
Un dono sciocco e inutile.
Per il suo compleanno appena passato.

Era certo che lei avrebbe accettato l’invito a raggiungerlo.
Tanto certo quanto preoccupato per un ormai abituale rifiuto.
Ma la certezza superava la preoccupazione.
E una volta raggiunto il luogo la chiamò.

Lei non voleva davvero saperne più nulla.
Così tanto da implorarne la ragionevole scomparsa.
Basta.
Era il tempo di un addio definitivo.

Lui si inquietò davvero.
Capì che era finita.
Anche se attese fino a tarda notte sperando di vederla comparire.
E poi, disfatto, ripartì insieme al suo dono.

Non passarono che tre lunghi giorni e notti.
Tremendi per tutti e due.
Di certezze che rincorrevano dubbi per ritornare certezze.
Di draghi che combattevano altri draghi, di fiamme e d’inferno.

Tre giorni dopo lui decise di tornare in quel luogo.
Per seppellire almeno i resti di quella carneficina.
Per ritrovarlo sereno almeno quel luogo.
Se mai un giorno fosse passato ancora di lì.

Era tiepido l’alito dell’aria della primavera.
E lui era triste ma sereno.
Svoltò nell’anfratto di verde cieco della biforcazione.
E cosa vide?

Lei.
Lei che stupendamente vestita e raggiante lo aspettava.
Mentre una musica aveva provveduto a trattenerla un attimo ancora lì, nella sua attesa, la solita musica.
Un segno del destino.

Ditemi se non è vero che è una storia incredibile.
Ditemi quando mai da numeri e agende non vi è capitato almeno un piccolo ritardo, un inconveniente.
In un appuntamento.
Quando mai anche un telefono non è bastato a renderlo perfetto.

Certo che questi miei due cari amici sono due persone davvero fortunate.
Ma ancora prima due persone speciali.
Perché è stato affidato loro un peso speciale.
Che poi è un dono speciale.

Un sentimento vero.

Un’altra cosa da aborigeni.

Franz.K

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