martedì 31 maggio 2011

Decisioni Stellari




Io li ho visti.
Con i miei occhi.
Eravamo in due.
Due matti.
L’altro era un professionista, uno del mestiere.
E dopo vent’anni, non è mai più riuscito a vederli  un’altra volta.
È stata colpa mia, che ero più matto.
Al solito.
È stata colpa mia se anche lui, almeno una volta, li ha visti con i suoi occhi.
Sono quelli della fotografia.
Sono quelle piccole stelle sfocate.(mi piace pensarle femmine, gli atomi, e le ho viste con i miei occhi).
Che poi, quando le abbiamo viste con i nostri occhi, non erano neppure sfocate.
Senza la sfocatura della fotografia (che è la vera fotografia di quello che ho visto)erano davvero minuscole e stupefacenti.
Minuscoli frammenti di luce in un immenso cielo buio.

Tutto è fatto di quel piccolo nulla.
Sembra che tutto sia fatto proprio di un quasi niente: un minuscolo poco in un immenso nulla.
Quelle "quasi invisibili" piccole stelle.
Perché le cose esistano, la materia intendo, non possono che stare lontane.
Non possono assolutamente stare vicine.
E  vibrano, come vibra un sentimento timido.
Se  mai si calmassero un poco, potrebbero stare anche molto vicine, ma dovrebbero smettere di vibrare di sentimenti.
Come all’inizio di tutte le cose.
Quando erano tutte abbracciate.
Nella primigenia esplosione d’amore, quello schietto e determinato, non timido.
Poesia? Ansia di esclusiva, sindrome di protagonismo?
Comunque, io le ho viste.
E  basta.
E le vedi per destino, non per esclusiva, o professionalità, nulla quindi che possa farti di più o di meno di tutti gli altri rimasti ciechi.

Il buio, il nulla, tra loro, è immenso.
Come quando vedi un cielo stellato.
Che è fatto di vuoto buio, più che delle piccole stelle.
E nel buio di un cielo stellato, noti solo le stelle e mai l’immenso buio, comunque.
Chissà perché.
I miei occhi, dopo, non sono stati più quelli di prima.
Bruciavano, dopo, e nelle loro orbite sono comparsi le prime nubi.
Come se avessi visto il proibito.
Adesso, da qualche giorno, nel mio occhio destro c’è un atomo di buio.
Incancellabile.
Sarà  perché ho visto una stella.
Troppo luminescente e non proibita.
Il sentimento, ben oltre qualsiasi ragione e ragionamento.
Uguale a quel vibrare degli atomi, timido uguale.

Forse anche i sentimenti sono fatti di immenso buio, più che di stelle, come la materia.
Anche se noi, chissà perché,  rimiriamo e ricordiamo solo le stelle.

Io, non le ho viste per primo.
E neanche per penultimo.
Solo uno dei pochi nel mezzo.
Uno dei pochissimi, da essere troppi.
I primi che le hanno viste, hanno avuto una splendida idea.
Molto razionale.
Di staccarne frammenti.
Dalle stelle.
Altri, venuti dopo, addirittura di dividerle.
Per fortuna gli ultimi, davvero pazzi, (non matti …) li ha fermati la natura.
La Fisica, la Verità.
I primi, no, proseguono ancora.
Tra abiure e congiure.

Staccarne frammenti, con temperature assurde, basta che funzioni.
Fonderle a temperature incontenibili, insostenibili, basta che ci sia una speranza di futuro non differente dal presente.
Basta che funzioni.

E  funziona.
Anche se a tratti no, ma non ha nessuna importanza e siamo tutti d’accordo:
Ci sono case in classe A da finire.
Laboratori da far funzionare.
Lavoro da distribuire.
Buone famiglie da mantenere.
Pensioni da pagare.
Figli da concepire.
Futuri sereni da sognare.
Ferie da fare.
Voti da dare.
Posti sicuri da ricevere.
Operai da difendere.
Incazzati, pronti alla guerra.
Mentre la speculazione finanziaria, madre e padre di tutto il povero e il ricco del mondo, avanza, inarrestabile.

E non ha nessuna importanza essere coinvolti: siamo tutti assolti.
E quando dico tutti, è senza omissioni: io per primo.

Ma non ha importanza neppure questo.
Pensateci:
quanta energia contiene un infinitesimo di materia?
Pensate al sole che fonde atomi.
Pensate da quanto splende e scalda, e per quanto ancora.
Un immenso di energia.
Che mentre fonde o si separa genera una quantità di calore immensa.
L’energia delle alte temperature non funziona.
In mano agli uomini non funziona.
La maggior parte scappa via a scaldare l’universo.
Non è parere, ma Verità, gli uomini almeno al momento non saprebbero costruire l’universo, come potrebbero gestirlo?
E anche il “gigantismo” degli uomini, il desiderio di infinita onnipotenza, non finisce in altre mani.
Scalda l’universo anche lui, e basta.

(pochi hanno cambiato molto, non dimentichiamolo mai, e non erano quelli dell’isola dei famosi, in nessuna epoca, mai).

Dentro a quelle minuscole stelle c’è tutta l’energia per far arrivare gli uomini alla loro meta.
Quando l’avranno mai capita, la meta intendo.
E quanto di petrolio si estrae solo una piccola parte del giacimento, dato che non si può fare altrimenti, bisognerebbe accontentarsi di una piccola parte di quell’infinito per i nostri scopi.
A bassa temperatura.
Di sicuro.
Ma sarebbe auspicabile sapere degli scopi prima.
Sarebbe più semplice il dopo.
Servirebbe poco di quell’immenso.
Se mai sapessimo per cosa.
Comunque a bassa temperatura.
Di sicuro.
Finanza fotovoltaica con l’appoggio degli ecologisti?
Dentro a quelle minuscole stelle c’è tutta l’energia per far arrivare gli uomini alla loro meta, quando mai l'avranno compresa.

Che alla fine si paleserà semplice, come sarà semplice estrarre un pochissimo da un immenso.
Ma ci pensate quanto può valere un pochissimo da un immenso?

Io  le ho viste.
Le stelle.

E ho pianto e basta.
Tanto che dopo i miei occhi non erano più quelli di prima.
Erano pieni di scure nuvole.
Ma ho pianto  davanti a quella meraviglia che semplicemente non capivo, perché né io ne altri eravamo ancora pronti a capire.
Ho pianto e basta.
Certo non vendevo né cemento, né acciaio, ne’ posti di lavoro.
Non avevo destini prestabiliti.
Non avevo case in classe A da finire, né laboratori da far funzionare.
Non avevo pensioni da sperare.
Non sniffavo cocaina mentre,per conto mio o per conto terzi, speculavo in borsa.
Ho pianto di emozione e non so perché.
Potessi scrivere della mia emozione, potessi parteciparla, lo farei con tutte le mie forze.
Guardo la fotografia nella bacheca, ciò che resta di un ricordo, e continuo a piangere.

Forse ho pianto perché mi è stato dato il dono di vedere l’immenso.
Forse ho pianto perché in quell’immenso ho visto tutte le generazioni a venire, i loro sogni, le loro speranze.
Perché ho visto la soluzione.
La meta, e il modo per arrivarci.


Il nucleare? Mi spiace, non è politica.
Ma decidete voi.
Davanti alle vostre coscienze.
Semplice:
se decidete di costruire centrali nucleari qualcuno vi permetterà ancora di uscire al sabato sera, a cena,  in discoteca o altrove.
Avrete la speranza ancora del possibile impossibile, la folle frenesia degli ’80, di un sacco di posti di lavoro, di uno sproposito di guadagni.(per qualcuno e in parte anche per voi).
Se decidete di non costruirle, beh,  niente più puttane, ne’ discoteche e un pò meno di roseo futuro per i vostri figli.
Decidete davanti ad uno specchio.
Sereno e tranquillo, come si conviene nel meglio.
Ma decidete in coscienza dato che non ci sarà più uranio quando mai si dovessero davvero usarle.(che tentazione …. pensateci: in fondo tanto felice futuro senza nessun rischio…!!))
Purtroppo non ci sarà più  nemmeno  petrolio che permette oggi di poterle costruire.
Tra vent’anni rimarranno solo le stele di Rapa-nui, non le stelle dello stupore.
Comunque.
Per  tutti noi e i nostri amati figli. ( che non avranno ancora gli anni della morte …).

Forse devi sentirti vicino alla morte per dire la verità.

Lo ha fatto la Fallaci.
Lo ha fatto un mio vecchio caro amico.
Una delle menti più brillanti e misconosciute del secolo scorso.
Che dopo aver vissuto una vita di “miracoli”, trovò, ormai vecchio, la sua Sant Elena come insegnante in un istituto tecnico (neanche in una università ..... )
Il preside ( alquanto più giovane di lui, oltre che privo di qualsiasi “esame di vita”, molto "ricco" di raccomandazioni politiche) lo richiamò, dalla sua frenesia al dare il meglio anche a Sat'Elena,  a stare “al suo posto”.
L’ironica, meritata risposta: “Perché?, altrimenti pensa di rovinarmi la carriera”?
Decidete voi.
Che avete ancora la  vita in corpo.
Che credete nella vita.
Nuclearizzatevi o meno in funzione della vostra fame o meno di “tranquilla normalità”.
Io le ho viste e vissute.
Le stelle, e ho solo pianto.
E il mio occhio destro è quasi cieco.
Al pari di quello del mio vecchio amico.

Potrei sbagliare ad apporre il segno, vedendoci da un occhio solo ………….. E NON E' POLITICA.

Decidete voi.
Decidi tu.
Io ho deciso per venti vite.
Non posso più assumermi responsabilità: mi è rimasto un occhio solo.
Decidete voi della fisica e di  quello che è oltre essa, se mai pensate possa esistere.
Assumetevi delle responsabilità, almeno una volta.

Decidete per un quadro di Magritte o uno del primo che passa.
Io di “oltre la fisica” pur nella sua consapevolezza e conoscenza, ho vissuto tutta la vita e la mia personale Sant Elena l’ho avuta in cambio.
Decidete per i vostri perfettissimi presenti e futuri .
Avete due occhi sani.
L’energia delle alte temperature non funziona.( è talmente semplice che non necessita di una spiegazione e chissà che prima o poi arrivi un cieco a dimostrarlo ..... a tutti i "vedenti").


Io le ho viste.
Con i miei occhi.
Le ultime eravamo in due.
Due matti ( non pazzi …..).
E le abbiamo viste insieme.
Dilettanti tutti e due, ma le abbiamo viste.
Ti ricordi?
Non puoi essertele dimenticate.
Erano come piccole stelle sfocate.
E quando le abbiamo viste, insieme, dal vero, non erano neppure sfocate.
Minuscoli frammenti di vera luce nel solito immenso buio.

Decidete voi.
Decidi tu.

Io aspetto.

Con un po' d’amore, se mai vi fosse possibile.

FranzK.


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