domenica 25 dicembre 2011

Buon compleanno.






Sono in birreria a mangiare un panino mentre leggo il giornale.
Da solo e tranquillo.
In questa vigilia di Natale.
La mia prima vigilia completamente da solo.
Sono le ventuno e trenta e il barista mi ha detto che devo sbrigarmi, sono in arrivo bande di baldi giovani prenotati.

Va beh, mangerò in fretta, oltre che da solo.
Si vede che deve andare così, quest’anno.
Anche il Natale non vuole saperne di essere almeno non di fretta.
Penso a quanti, come me, sono da soli in questo momento.
e non vedono l’ora che passino le feste, per sentirsi sollevati da non poter "far festa".

Dlin  Dlin  ………. Un sms.

Chi sarà mai?
Mi sembrava di aver finito per oggi i pochi compiti burocratici, i pochi auguri auguri, i pochissimi saluti.
Finisco il panino prima, è da stamattina che sono a digiuno.
E mi sorseggio un po' di buona birra.
Poi darò un occhiata.

Ecco, già trovare il cellulare è un problema.
Aggrovigliato al solito nella tasca zeppa di cose inutili del piumino.
Fa un freddo cane stasera e il piumino è d’obbligo.
Frugo, srotolo, sbaglio tasca, trovo il berretto e i guanti, le chiavi della macchina.
Sarà nell’altra, mescolato come in una zuppa inglese tra le altre chiavi, quelle di casa, l’accendino e tre pacchetti di sigarette.

Alla fine lo trovo, lo tolgo faticosamente dal groviglio e leggo.

“Che ci credi o meno, tra poco è il compleanno di Gesù ………… Ti auguro di passare tutte le feste alla stragrande!!! Bun Natale!!! Ciooooo!!!” R.

Ma chi è costui?
R.
Ci conosciamo appena, c’è stima reciproca di sicuro, ma non me lo aspettavo.

Un altro panino, un'altra birra.
Non previsti, devo pensarci.
Un gesto umano, senza secondi fini, mah ……… la birra prima del panino.
Non volevo un Natale quest’anno, non avevo le condizioni per viverlo.
Al massimo per dormirlo, per aspettarne la sua transizione.

Bevo, la birra è ottima, bevo d’un fiato, poi decido, rispondo:

“Uomo o Dio?
È tanto importante rispetto a ciò che ha fatto?
Non è relativo?
Ha cambiato irrimediabilmente la vita di tante persone, per sempre, con una sola parola.
La più semplice e difficile insieme che esista.
Sappiamo quale.
È possibile non credergli?
Non credere al più bel compleanno per così tanti uomini, della storia degli uomini?
È possibile non credere a un nascita che per cambiare in meglio le persone ha accettato la più ingiusta di tutte le morti?
Scambiando il miglior bene con il peggior male?
Morendo tra  insulti, denigrazione, risate , sarcasmo e ignoranza.
Uomo o Dio?
Ma cosa importa?
Oriana, atea, scriveva,prima di morire, che quell’uomo aveva creato una cultura, comune.
Anche per gli atei.
Almeno per quel mondo al quale apparteniamo, all'occidente.
E si sentiva cristiana anche nel suo non credere, nella mancanza di una fede, di un credo dogmatico.
Si sentiva di cultura cristiana.
Uomo o Dio?
Non importa, non esiste ragione perché sia importante.
Speriamo di essere degni di quella nascita.
Tutti i giorni.
Grazie e i migliori auguri anche a te.”

Mi viene voglia di un’altra birra ma mi fermo.

Non è Natale da emozioni.
Non ne voglio.
Avevo deciso così e mi sono già spinto troppo oltre.
Voglio andare solo a casa, a scrivere un po'.
A riflettere e scrivere.

Dlin …….. dlin , ancora?

“Sempre profondo eh Francesco!?!?.
Comunque stasera spumante e panettone al bar dopo mezzanotte!!
Chiaramente Non puoi mancare ……”R.
Niente da fare, il mio “non Natale” non sa da fare, rispondo d’istinto:
“Ci sarò”.

Fuori fa davvero freddo, allungo il passo verso l’automobile.
La porto a casa, chiudo tutto e vado al bar.
Avrei voglia di rintanarmi in casa a scrivere ma chiudo tutto e mi dirigo verso il bar.
Metto la cuffia, fa freddo, troppo freddo anche per quei duecento metri a piedi che devo fare.

Il bar è pieno di gente, entro e lui, R., mi piazza subito in mano un bicchiere colmo di buon vino.
La gente è davvero tanta.
Tutti giovani, tra i venti e i trenta, molti, almeno di vista li conosco.
Comincia proprio in quel momento la festa e ho strane sensazioni.

Un attimo di silenzio, poi R. attirando l'attenzione degli astanti a sè, intona:
“Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri ……….. Gesù Cristo!
Tanti auguri a te!”
Cantano tutti, riuniti, vicini, con convinzione e forza.

Con un bicchiere colmo di vino in una mano, nell'altra una fetta di panettone.
In un bar.
Allegri, con forza.
Battimani, sorrisi, abbracci.
Poi di nuovo, R. sale sul bancone e  la ricantano ancora una volta ancora più forte, a squarciagola.

Ne ho viste tante, questa mai.
Da tempo non entravo in una chiesa, preso dalla sindrome dell’”Angelo sterminatore” di Bunuel, dalla paura di rimanerne intrappolato.
Ne avevo basta di quella fatiscente e falsa riunione obbligata di piccoli borghesi o troppo umili schiavi.
Tutti vestiti a puntino, tutti “giusti”, a posto.
Sono rimasto cristiano, almeno nei contenuti, ma non più cattolico.

Avevo deciso così, di tenermi sentimenti e convinzioni.
Senza mai più varcare il Facebook di uno Stato di controllo, di finto purismo, di  condizionamento e potere.
E sono finito in una chiesa vera stasera, un semplice bar di paese.
E ho vissuto la più bella messa di mezzanotte natalizia della mia vita.
Un semplice, convinto canto a squarciagola, di ragazzi semplici, di cui si sa tutto di loro, con profilo pubblico.

Senza far finta di essere migliori di quanto possano esserlo.
Vestiti con i loro vestiti della quotidianità.
Vestiti dei loro difetti e pregi quanto di un futuro cupo, incerto.
Vestiti con gli abiti da lavoro, delle alzatacce per dieci ore almeno di fatica.
Nudi di speranze quanto convinti e spontanei e veri in quel “ tanti auguri a te”.

Semplice, spontaneo, apocrifo tanto così sentito da mettere i brividi.
Me lo spieghi un teologo.
Uno scienziato della religione o uno qualsiasi e basta.
Se dentro quel semplice canto non c’era l’unica cosa lasciata davvero a tutti da un uomo o da un Dio.
Se dentro quel bar da paese non si è realizzato davvero una vera messa, un messaggio, l’unico che conta, l’unica vera eredità.
Di quell’uomo o Dio che sia stato.

Buon compleanno.

FranzK.



Nessun commento:

Posta un commento