lunedì 5 dicembre 2011

Alla fine della felicità
















La verità.
Esiste?
Forse sì, almeno in un transitorio.
Ogni verità raggiunta e faticosamente conquistata lo è in quanto da superare con un'altra, nuova, almeno per la scienza è così.
Nessuno però la dice, sapendo che quasi nessuno la vuole conoscere.
Meglio la Disco Dance, i social network e le illusioni stereotipate degli anni ’80.
Sono assai più rassicuranti.

A volte però è necessario saperla e da domani, a quanto pare, pagarla.(cominciamo noi, ma poi arriveranno anche gli altri, alla spicciolata …..)
In modo equo, rigoroso e ancora pieno di speranze di crescita.
Domani qualcuno, servirà un piccolo antipasto, freddo a quanto pare.
E non è politica, non lo sarà, ma semplice conseguenza di verità poco rassicuranti.
Di parole come bund, spread, euro, banche centrali , finanza che fino all’altro ieri sembravano argomenti per pochi.
Domani, un professore, uno scienziato della finanza, tirando un po' di qua e un po' di là, secondo la sua perfetta ed incorruttibile scienza, servirà un piccolo antipasto freddo a base di gastronomia molecolare.

Senza mai dire la verità, ovviamente, quella la la V maiuscola.
Lo faremmo tutti al suo posto, io per primo.
Come mai potrebbe dirla?
Chi mai vorrebbe saperla?
Il debito.
Ma cosa è mai il debito, perchè nessuno con parole semplici ha il coraggio (coraggio è la parola giusta) di spiegarlo?
Guardate qui un secondo se mai vi interessi, con attenzione.

Questo è il debito del mondo.
Che cresce ad oltranza, per tutti, in continuo,senza sosta.
Io non sono del “mestiere” ma sono troppo curioso per non pormi una semplice domanda.
Anche a chi del mestiere lo è.
Per essere certo di una risposta quantomeno, di una semplice chiarezza.
A fronte di un debito di tutti e dico tutti, che continua a crescere, senza sosta, chi è il creditore?
Chi è il creditore di questo debito?

Una domanda semplice, infantile, forse stupida.
Ho dovuto cercare per mari e monti per trovarla.
Anche nel confronto con i tecnici del settore.
Con quelli che, da esperti, devono sapere.
A tutti costi.
Quanto io so del mio, quantomeno.( e del mio so darvi risposte semplici e certe, almeno nel loro transitorio….)

Chi è il creditore?
Mari e monti.
Monti e mari.
Il creditore è ………………
Le banche?
I petrolieri?
I “ricchi”?

No.
Il debitore, in una parola è il FUTURO.
Il FUTURO?
Ma il futuro è una entità astratta, metafisica.
La scienza finanziaria non è  filosofia.
Tanto meno  metafisica.
Eppure il creditore è solo il FUTURO.

Il futuro deluso da promesse e sogni.
Il futuro tradito dall’incapacità di dargliene uno, sensato.
Fuori da tutti gli stereotipi e da tutti gli schemi nonché da tutte le futili certezze del “sarà sempre così”.
In eterno.
La pensione in eterno.
Case nuove in eterno.
Il futuro tradito profondamente nelle sue aspettative, che devono dargli un senso ben preciso, perché lui possa esistere.

Antipasto dicevo, semplice entratura.
Il peggio arriverà dopo, tra qualche centinaio di giorni.
E questo non è terrorismo ma coscienza.
I terroristi sono gli altri, quelli che non dicono e che non vogliono sapere.
Mai di nulla, tanto non cambia nulla sapere o non sapere.
Non è vero, e non  credo di doverlo giustificare.
È la coscienza comune di un problema che può portarci ad una soluzione, non il girargli le spalle.
Non è tempo di tranquillità, non lo è anche se spiace.

Tanto quanto non è più tempo per la politika.
Delle parti.
Delle controparti.
Dei partiti, delle classi sociali, delle speculazioni di ogni tipo.
Il debito con il futuro è una cosa seria, le sue aspettative lo sono, le sue necessarie speranze e cambiamenti.
E non è neppure un problema di denaro ma di valori.
Non di tecnologia, ma di intelligenza.
Non di potere, ma di coscienza.

…. a pochi anni dalla fine della felicità ….. scrivevo poco tempo fa.
Domani comincia la sua fine, quantomeno al tipo di felicità al quale ci eravamo affidati.
Credo anche nel giusto, fino ad un certo punto.
Ma solo fino a quel punto.
Non oltre.
Anche se quando vai a 200 all’ora un cambio di direzione è, oltre che rischioso, assai improbabile.
E quando sento parlare ancora di crescita mi spavento, perché al posto di un cambio di direzione pare si voglia solo aumentare la velocità, ancora una volta, solo quello.

Vogliamo bruciare altro futuro?
Senza nessuna idea di una direzione differente?
Facciamolo.
Scommettiamoci ancora.
Ma facciamolo almeno in coscienza.
Nella certezza della sua coscienza.
Nessuna assoluzione, se non funziona.
Per nessuno.

Antipasto dicevo, semplice entratura.
Il peggio arriverà dopo, tra qualche centinaio di giorni.
Perché?
Perché tra qualche centinaio di giorni accadrà il peggio.
Il sistema “crescita infinita” dovrà necessariamente confrontarsi con “risorse finite”.
E sembra terrorismo anche questo.
Da parte mia che lo dichiaro quantomeno.

Leggevo l’altro giorno tra i meandri folli di un giornale:
circa il 13% del fabbisogno interno di greggio di Spagna, Italia e Grecia arrivava dall’Iran.
Per la Cina molto di più, molta più dipendenza dal greggio irariano.
Sembra strano che anche la Cina abbia previsione del PIL, per il prossimo anno, in netta decrescita.
Chissà come mai.
Mentre in Grecia da un po' si vive con il 50% in meno e da domani anche noi ci avvicineremo al loro status.
Sento odore di bruciato, di carne bruciata ancora una volta …….. e voi?

In fondo era più semplice abbattere un Gheddafi che il forte regime dell’Iran ………
Così compreremo greggio dalla nuova Libia, sperando ne fornisca un po' anche a noi ……..
In attesa ………. Di nuova carne bruciata.
I Tedeschi e i Francesi al momento si stanno riconvertendo (avendolo) a carbone.
Alla faccia delle rinnovabili.
Del solare e del vento.
Ecco perché il caffè e l’ammazzacaffè arriveranno tra qualche centinaio di giorni.
Ed ecco perché, almeno al momento si possono permettere di fare la “voce grossa”.

Catastrofe?
Io credo ancora negli uomini.
Niente catastrofe.
Credo che sapremo dare un senso al futuro.
Sapremo promettergli cose sensate, differenti ma sensate.
Sapremo far smettere guerre e ritrovarci a parlarci serenamente per le strade del mondo.
Sapremo andare oltre la solitudine e gli schemi marcescenti di una cultura arrivata al suo terminal.
Come?

Se capiremo le cose come stanno.
Prima di tutto.
Se non avremo timore di saperle e conoscerle.
Di farle nostre soprattutto nel loro dramma.
Nella loro verità.
Allora e solo allora essa diverrà transitoria, verso un'altra più vera.
Migliore.

……. A poche ore dalla fine della felicità …….

Speriamo a poche centinaia di giorni dall’inizio di una nuova e più sensata.

FranzK

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