martedì 10 gennaio 2012

Caste senza letizia.





Non è la mia specialità ma ci provo.
Senza letizia.

Sento e leggo parlare di liberalizzazioni.
In uno Stato che si dice libero da quasi settant’anni  ……. Mah.
Purtroppo sorgono antichi dubbi, recenti certezze, si rafforzano quesiti e inquietudini un po' pericolosi.
Sento e leggo parlare della “casta” credo riferendosi ai politici, almeno così comprendo io che non sono del mestiere.
Vado prima a leggere il significato della parola: riassumendo è di origine indiana e in poche parole:

E ancora:

Molti anni fa ho prestato la mia opera ad un imprenditore (arricchendolo parecchio) che mi ripeteva  fino quasi all’ossessione (forse perché lo stavo arricchendo e aveva qualche senso di colpa ….) un saggio detto della vita, recitato in dialetto:

“sold fa sold, fufa fà fufa”

Tradotto, per i non indigeni, solo dal denaro si produce denaro, quanto la muffa è in grado di riprodurre solo se stessa.

Partiamo con ordine dalla stratificazione gerarchica.
Il denaro rappresenta lo strato superiore della gerarchia, è semplice, è la ricchezza in ogni impero, è l’impero, anche in una semplice colonia.
E per essere riprodotto ha necessità della muffa, delle sue necessità, dei suoi sacrifici.
In mezzo agli strati estremi della gerarchia c’è la politica (una volta ai tempi dei re c’erano gli eserciti) che deve mediarne il rapporto.
Deve comunque fare in modo che la casta primaria, si mantenga senza che la muffa possa entrarne a farne parte.
Credo sia semplice, sia così.

Procedendo, la casta del denaro non è una sola, ma un insieme di molte.
Tradendosi e tradendo proprio il liberismo di Adam Smith, fondato su libera concorrenza e meritocrazia, che le ha generate verso la peggior forma di conservatorismo bolscevico, piuttosto che di decadente, vecchia nobiltà.
Tramandando di padre in figlio, i propri poteri, come faceva un re, un reame, anche se il figlio non ne era all’altezza.
La rivoluzione industriale cambiò molto, quasi tutto, trasformando poveri in ricchi, reami in democrazie, lasciando alla casta dei nobili i titoli, non i poteri.
Ma ne creò di nuove, altre caste, altri privilegi, altri conservatorismi, altre successioni a figli indegni.
Arrivando a noi, di caste è pieno il mondo, tutti ne abbiamo una, con ognuna la propria difesa, nel nostro mondo quasi sempre politica, anche se alcune volte ancora troppo armata.
Arriviamo a casa?
La nostra dico?
Piccola, piccola, quella della nostra penisola per intenderci.
Quante sareste in grado di contarne?
Di caste intoccabili, conservatrici e imperturbabili?

Io parto dal potere economico, il potere sopra ogni potere, che vorrei rimanere illuso non sia di certa “imprenditoria” ma di un’altra, non sia degli imprenditori che del loro lavoro hanno fatto oltre che un interesse economico anche una passione, quasi un sentimento.
Ma di un altro tipo, di carattere solo speculativo, nessuna altra passione se non il denaro fine a stesso, nella sua capacità di riprodursi solo da se, con il supporto indispensabile della muffa ovviamente.
Perché non parliamo della Massoneria per esempio, colei che gestisce l’intera finanza mondiale?
Sono liberisti Smithiani o conservatori bolscevici?
Dove sono le pari opportunità dei colonizzatori americani, dov’è la libera concorrenza?
Quale il loro vero spirito dal momento che nei loro club, iniziatori di splendide carriere, non ci entrano i figli della muffa neppure fossero i più grandi geni mai nati, ma solo i loro, quelli meritevoli ma anche quelli indegni della progenie?
Dentro a certe caste, questa ad esempio, credo la più grande e internazionale, c’è di tutto, dall’avvocato che poi ne ha una sua, al taxista, benzinaio, banche, giornalisti e qui se volete leggetene un elenco.
Alla Massoneria  appartengono l’ex presidente del consiglio e quello attuale del nostro Stato, tutti e due.
Il secondo è certamente, per serietà, un figlio degno, del primo non so, non è il mio mestiere nè il mio interesse la politica, e le mie considerazioni non vogliono cadere in presuntuosi giudizi ma solo in semplici constatazioni.
Riflessioni e verità, non schieramenti e battaglie.
Andiamo oltre, che ne dite?
La cruna dell’ago mi sembra ben individuata e ben appuntita tanto che è meglio non toccarla se non vuoi far sangue.

Bene abbiamo detto prima che costoro hanno necessità della muffa, qualcuno che lavora, che vive inquadrato, affidabile, tranquillo anche se infelice dentro a stereotipi imposti.
Chi per loro estrarrebbe ricchezze dalla terra, rendendoli ancora più ricchi?
I loro figli? J
Ci vuole un cuscinetto, un ammortizzatore tra le due necessità troppo differenti.
La politica.
Che si è evoluta in casta anche lei.
Ha compreso di avere un potere, da mezzo povero, ma un potere.

La politica ha copiato e preso spunto dalla Mafia.
Che ti offre un servizio in cambio di qualcosa.
La più semplice delle leggi economiche di sempre: io ti do dell’acqua e tu mi rendi della farina, abbiamo il pane tutte e due.
Secondo Smith, uguale.
La Mafia come è noto non lascia libera scelta, è il suo difetto.
Io ti do dell’acqua ma se tu non mi rendi la farina ti brucio il campo di grano.
Nel peggiore dei casi, (non è la politica la cosa cattiva ma il suo uso, la sua interpretazione) la politica funziona allo stesso modo, ha cominciato a farlo.
Divenendo casta anche lei, dei mezzi poveri, ma casta.
Così ti chiede una tessera, soldi in pratica, e in cambio ti rende un lavoro, magari statale di quelli “per sempre”, di quelli con tutti i privilegi e le garanzie.
Insieme alla tessera, un voto che garantisce il suo di lavoro, con ricchi vitalizi, più che ricchi stipendi.
Un politico che rappresenta tante persone va ben pagato, quanto un buon dirigente, un manager di livello.
Ma poi, concluso il suo lavoro, secondo me, torna a fare quello che ha sempre fatto.
Senza vitalizi, né pensioni che non tengano conto che per quel periodo di  un eventuale maggior introito.
Non dovrebbero rendere un servizio?
Come un ottimo professionista con grandi responsabilità.

Ovvio che non ragiona e agisce in quel modo.
Non sarebbe una “casta”, non lo sarebbe divenuta o sempre stata.
Diviene tale, trasversalmente alle ideologie che rappresenta, perché costruisce anche lei il suo regno, ne intravede la possibilità.
Il suo ristretto Club.
Nel pubblico, oltremodo.
Il pubblico che oltre a rappresentare, gestisce.
Ne gestisce risorse e leggi, norme e privilegi.
Aziende e servizi.
Con concorsi tutti a norma di legge, ma in realtà di esito predeterminato.(lo sanno tutti ma non lo dice mai nessuno).
E credo non sarebbe divenuta “casta” se non rappresentasse cittadini che quando va tutto bene, non aspirano a privilegi tanto differenti.
Quando va male, la muffa che non sente più sicuro il suo albero morto, il suo appiglio, si rivolta contro chi fino a ieri lo aveva assicurato e garantito.
Mi sembra proprio una casta di poveri e mezzi poveri.
Nel concetto generalizzato di “se posso ne approfitto anch’io”, almeno fin che posso, che si può.

La prima, quella vera, non è più intelligente ma solo più furba, più antica e navigata.
E non ci sarà un’altra manovra, ne sono quasi certo.
Dopo venti miliardi di manovra più dieci dal gioco d’azzardo di entrate e quindici di uscite per l’acquisto di aerei e navi per la prossima imminente guerra imposta dall’impero,( in Iran, che ne dite?) ne sono rimasti quindici di attivo.
Più cento forniti dalla BCE, in mano alla serietà di un membro della Golden Sachs.
Non ci sarà un’altra manovra.
La muffa impoverita sarà disponibile a lavorare a prezzi più contenuti, in modo più efficiente.
Come?
Ma è semplice, liberalizzare i servizi pubblici significa tagliare sprechi, garanzie eccessive, costi senza scadenza.
È questa credo la crescita che ci aspetta.
Io l’ho capita così.
Nel nome della libera concorrenza da parte di chi, nella libera concorrenza non ci ha mai creduto, vissuto.
E spero sia Libertà vera, nonostante tutto voglio rimanerne convinto.
Quanto spero di aver solo illustrato, senza alcun giudizio di parte, una realtà semplicemente vera.
Scomoda o comoda non lo so.
Ma vera.
Una semplice constatazione di un semplice piccolo uomo che resiste a pensare con le sue meningi.
Se ho sbagliato qualcosa o tutto correggetemi.


Non è la mia specialità.
Né mi ha procurato letizia farlo, scrivere.
E potrei aver sbagliato tutto, capito nulla.
Avrei comunque preferito parlare di sentimenti o di fisica o di semplice vita.
Lo faccio domani.

FranzK.

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