mercoledì 14 dicembre 2011

La sindrome della carta igienica





Stasera volevo riprendere un tema.
Scritto anni fa in un altro mio blog.
Ci sono affezionato.
E qui mi sembra il posto giusto, di questi tempi, per riproporlo.

Eccolo, appena un po' rivisto:
Quando troviamo il rotolo della carta da toeletta vuoto, la colpa è sempre dell’ultimo che, dopo essersene servito non l’ha cambiato.                                                                                                                                                        Quante discussioni, in casa di un po' tutti, alla ricerca del responsabile del misfatto, della grave mancanza.                                                                                                                                  
Poi quasi mai si comprende, in generale, come mai la scorta è sempre distante dal porta - rotolo ….           Quasi mai.

Chissà come mai la dispensa è sempre molto lontana, almeno in quel momento …… 
Problemi di logistica.
E non solo.
Non da ultimo quello legato al come raggiungerla senza far “danni”. 
Non è mai una bella situazione questa. 

Non è bella già a casa propria, figuriamoci quando a volte ti capita di trovarti in viaggio, in certi alberghi, privi anche di dispensa ……. e privi di bidet ( tipo quelli tedeschi e francesi ….) …… come ultima civile speranza ……..
Credo che abbiate in mente bene la scena.
Sono sicuro che almeno una volta è capitato anche a voi, in casa e fuori.

Alla fine, superata normalmente piegati in due, la difficoltà,  lo troviamo correndo finalmente rassicurati all’indietro, verso la postazione di competenza.
Ci si sente meglio, molto meglio.
Anche solo nel contemplarlo:
quel bel rotolo nuovo di pacca, bello grasso e morbidoso, oltre a rassicurarci ci fa sentire bene, come negli  anni 60, il boom economico, la sua spensieratezza, le corse in 600 di notte a zonzo di nulla, le ragazze con le minigonne, l’eternità … 
Risorse senza limiti, che bella sensazione.
Altro che crisi.

Cambia già molto nella sua naturale fase evolutiva.
Quando lo troviamo più o meno invece a metà.
Non ci si fa semplicemente caso:
nessuna arrabbiatura, nessun entusiasmo, nessun particolare pensiero: 
come negli anni ’80,la normalità di qualcosa che non poteva che trovarsi lì e lì rimarrà di sicuro per sempre tanto che i pensieri possono continuare a  correre sereni per le loro strade, tipiche di quel momento di intimità.

Cambia molto, ma davvero tanto, quando lo si trova al “limite”.
Prossimo al “cartone” per intenderci.
C’è ancora, non è come quando non lo trovi, ma comincia ad insorgere almeno un senso di fastidio.
Di spontaneo fastidio e irritazione.
“Ma perché proprio a me?” è il minimo del pensiero.(non sarà mica come dal 2008 in poi …..?)
Vorresti fare un “sit-in” di protesta ma sei già anche nella posizione giusta cosa che irrita ancora di più.
Addio sereni pensieri e attente letture di giornali e riviste.


Ecco dunque alcune considerazioni:
per quanto riguarda la carta da toeletta, ( anche per altro ....?) bisogna inevitabilmente constatare che il suo utilizzo segue una legge inversamente proporzionale alla sua disponibilità, valutabile in tal caso, in genere, dalla stima (a sensazione quindi …  solo ed unicamente a sensazione – alla faccia della matematica finanziaria)del diametro esterno del rotolo sul quale è avvolta. 
Pian piano che questo diminuisce si applicano, in un crescendo, le leggi del risparmio fino, giunti ad intravedere il cilindro di cartone sulla quale era avvolta, quelle del rigore e delle “grandi manovre”. 

(L’equità del suo utilizzo, pare rimanga per tutti sempre e soltanto una buona intenzione, solo un eterna  promessa in buona fede.)

In poche parole le leggi sembrano queste:
per una quantità di “risorsa disponibile apparentemente infinita" , il suo utilizzo diviene massimo e in buona sostanza,tendente anch’esso all'infinito.
L'uso delle risorse rispetto la loro disponibilità segue in buona sostanza una legge esponenziale di tipo asintotico. 
Cresce e cresce pian piano, raggiungendone poi un punto dove diviene appunto tendente all'infinito.
Giunta in quel punto, la risorsa finisce e la sua fruizione si blocca, ai minimi.(quando va bene).

Una domanda riguardo il rotolo della carta da toeletta:

Chissà quale è il diametro che colpendo la sensibilità di valutazione del nostro “occhio”, ci rassicura così tanto da renderne massimo e così rassicurante il prelievo? 
Rassicurati da un impressione di possibile infinito. 
Chissà diversamente quale è il diametro che fa passare inosservato il problema, quello che in pratica rappresentando una sorta di normale stabilità, ( il momento più pericoloso) ne consente un prelievo per ciò serve, senza abuso intendo.
Naturalmente tanto consapevole e rispettoso della sola "utilità" quanto “poco pensato”.

Penso abbiamo una certezza:
Quello della soglia della disperazione  è evidente sia davvero sempre troppo vicino al differente colore e consistenza del cilindro di avvolgimento in cartone. 
Quando  siamo lì, sentiamo la necessità di reperimento di “risorse alternative”.
Disperate a volte.
Da grandi manovre.
Talvolta, con il poco tempo rimasto a disposizione, impossibili.

Entusiasmo, sicurezza, disperazione. 
E mi fermo qui.

Scusate se adesso e dopo tutto questo, ho anche la presunzione di leggere nel pensiero, ma ne sono certo. 
State per mandarmi a cagare. 
E ditevelo da voi, non potreste che prolungare il mio errore.
La prossima volta che scrivo un post, prometto, mi trovo da solo un posto differente per farlo. 

Anche se io sono cresciuto in campagna …

Niente carta da toeletta. 

Solo foglie di fico se andava bene.

Non sarà che quando si parla di crescita il riferimento è a piantagioni che lo rigurdano? 
Il fico dico.

Speriamo di no, vero?

FranzK

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