Stanotte sfoglio vecchie carte.
Cose “mie”.
Dell’infinito della mia vita professionale.
Pacchi di carte impolverate.
Analogiche.
Ha forti conati.
A riguardare parte della mia vita.
Perché è troppa.
Anche se mi sento solo all’inizio.
Come se non avessi fatto nulla.
Adesso passo per l’uomo della bicicletta “strana”.
Ma ho alle spalle più di un centinaio di altre "marchiature".
Bolli.
In tutte le mie esperienze “insicure”.
Perché lo volevo io.
Che fossero tali.
Per crescere.
Arrivavo, lasciavo una traccia indelebile e poi via per un'altra avventura, confronto.
Mi sono rimasti forti conati.
E la sensazione di non aver neppure cominciato.
Forse non sono invecchiato.
Almeno non ancora.
Mi sento vispo come un fringuello.
E nel marchio trasversale a tutti i marchi, “matto”, forse non ci sono tutti i torti.
Tra le carte e la polvere ho scovato una cosa.
Vecchia lei, quanto giovane io.
Una cosa analogica e di proprietà di una cultura perduta.
La voglio lasciare ai “giovani” della “lost generation” dell’impero digitale.
Sono le misure piemontesi che si usavano nella meccanica di precisione.
Quelle che dovevi “imparare” con la sensibilità, non con sofisticati strumenti.
Quelle che ci hanno permesso di realizzarli.
Eccole, sperando siano un momento di simpatica riflessione.
Na frisa millimetri 0,001
Na berlicà millimetri 0,01
Un cicinin millimetri 0,015
Na s-cianta millimetri 0,03
Na barbisà millimetri 0,035
Un pluch millimetri 0,045
Na pladin-a millimetri 0,05
Un decimot millimetri 0,075
N’idèa millimetri 0,1
Na fervaia millimetri 0,13
Na plà millimetri 0,15
Na lacrima millimetri 0,2
Na tersìa millimetri 0,3
Na flapà millimetri 3
Non ha importanza se non traduco, credo non ne abbia.
Resti qui, come ricordo.
Di misure non imperiali.
Ma di vite progenitrici.
Solo questo.
FranzK.
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