lunedì 26 dicembre 2011

Energia Madre.





È da circa cinquantanni che si lavora sul “modello standard”.
I fisici e i matematici, si scervellano quotidianamente.
Per superare i limiti della teoria della relatività di Einstein.
Dove l’energia dipende dalla massa e dal quadrato della velocità che la anima.
Funziona, ma solo fino a un certo punto.
Per coscienza e conoscenza anche di Albert.
Il modello standard si propone di comprendere di più, di far quadrare meglio i conti.
Che non tornano tutti, secondo E=mcquadro.
I motivi sono molto, troppi.
E io non sono un esperto, ma temo non lo sia nessuno, ad oggi.
Il modello standard ha come obiettivo la comprensione del “tutto”, dell’energia madre.
Avrete di certo sentito parlare nelle scorse settimane del bosone di Higgs.
Degli esperimenti svolti presso l’LHC di Ginevra, alla ricerca della particella maledetta.(altro che particella divina....)
La teoria di Higgs appare, tra le tante, la più attendibile per spiegare una serie di cose di cui ne va del nostro futuro.
Oltre la conoscenza scientifica Galileana, ne va del nostro futuro.
Del futuro degli uomini.

La conoscenza raggiunta ad oggi è grande ma non esaustiva.
Incompleta.
Per una serie di ragioni che sembrano complesse, per pochi, ma sono in realtà troppo semplici.
E sappiamo come la semplicità rappresenti la vera sfida ultima del nostro intelletto.
Noi, ad oggi, abbiamo modelli scientifici che sanno spiegare l’elettromagnetismo e le energie forti e deboli nucleari.
Ci mancano almeno due conoscenze fondamentali:
che cos’è la massa?
Che cos’è la gravità?
Che alla prima conferisce un peso, variabile e dipendente dal suo contenuto energetico.
Pesiamo meno sulla luna che sulla terra in una parola.
Ma non conosciamo affatto la natura di queste grandezze interdipendenti.
Non  sappiamo cos’è la massa, non sappiamo che cos’è la gravità.
L’anello mancante per spiegare il “tutto”.
E ne va del nostro futuro, in modo molto più dipendente da qualsiasi forma di governo, politica,economia, finanza, ideologia.
Cambierebbero al cambiare di quella conoscenza, non viceversa.

L’altro giorno leggevo un giornale che riportava una notizia interessante, da brivido per me.
È stato osservato che le galassie sono avvolte in sfere con determinate proporzioni.
Proporzioni “armoniche” esattamente come Archimede a suo tempo, aveva misurato la distanza delle stelle e rapportandole fra loro aveva scoperta che la loro relazione era la stessa che riprodotta su una corda vibrante rendeva il suono musica, ossia una vibrazione “gradevole” alla percezione del nostro orecchio e del nostro cervello, musica non rumore.
La musica delle stelle.
Ieri l’altro si è osservato che le galassie sono contenute in sfere che seguono gli stessi rapporti armonici.
Con movimenti e velocità che non sono in linea con la fisica e la conoscenza fino a qui raggiunta.
La musica delle sfere celesti, o chissà cos’altro.
È la gravità che tiene insieme l’universo e non sappiamo di lei che misurarne gli effetti.
Sotto forma di accelerazione, ossia una variazione della velocità nel tempo.
Così come a Ginevra, Higgs, ateo convinto, davanti a qualche piccolo segnale dell’esistenza della sua particella esplicativa del “tutto”, ha esclamato “Oh my god!”.
Un po’ confusa la questione non vi pare?
Ancora un po’ troppo.
Manca un pelo di lucidità, quella qualità che mi è sempre stato imputato di avere solo parzialmente.

Mi fa piacere di non essere l’unico, nel difetto.
Concedetemelo.
Ma se anche solo uno di noi avesse tale dote in un “continuum”  avremmo risolto da tempo se non tutto, moltissimo.
In fondo io negli ultimi otto anni mi sono occupato solo di “biciclettine”, non ho né titoli né esami per essere all’altezza di tanto.
Ho semplicemente raddoppiato l’efficienza muscolare del corpo umano, cosa impossibile, ma di interesse relativo.
Sostituendo dolore e sofferenza con bene e minimi sprechi energetici.
Cose da poco.
Torniamo alle cose importanti, la gravità.
Fuori da qualsiasi magica ruota di Offreyus, dall’illusione insensata del moto perpetuo.
Come mai potremmo  utilizzare la gravità se non ne conosciamo la natura?
Come possiamo pensare di sfruttare il “peso” se prima non abbiamo compreso che cos’è la “massa” ossia ciò che insieme alla gravità lo determina?.
Noioso vero?
Più del solito forse, più delle mie “poesie” d’amore e non.
Ma vero, semplice e decisivo.

Trovo più noioso un mondo che parla di crisi, di affari, di spread, di pil e di crescita perché è chiuso su un modello senza speranza.
Senza sogni.
Senza alcun ragionevole futuro.
E non sono le energie conosciute che ci toglieranno dall’imbarazzo di spiegare alle generazioni future il nostro fallimento.
Non sono le interazioni forti e deboli nucleari tanto quelle elettromagnetiche.
Non sarà la fusione calda o fredda nè il sole o il vento a fornire garanzie per pensare finalmente al “noi”,  alla nostra felicità.
Ma scoperte nuove, credo ben descritte qui.
Semplici e chiare.
Non abbiamo necessità di illuderci ma di sognare.
Sogni sensati, anche se mai sognati.
Energie madri, buone, decentrate, di tutti.
Facili da estrarre e usare come un sorso d’acqua fresca.
Così fresche che non ci servirà più il ciclo di Carnot per fondere metalli, né per incontrarci, conoscerci, condividerci.
Non serviranno macchine, tecnologie, bit, computer o motori.
Il più sta nel meno.
Più possibilità con meno ignoranza, è questa la sfida.
Il "tutto" con l'intelligenza.

Altro che crisi o fine del mondo.
Sarebbe più semplice affrontare questi eventi che capire con la semplicità la natura delle cose.
Quella del “tutto”.
L’intimo della vera conoscenza, che è semplicità, una stretta lama di rasoio che la separa dal semplicismo.
Altro che politici e politica, banche e finanza.
La conoscenza rende gli uomini liberi.
E la prossima sfida sarà quella di gestire la Libertà.
Molto peggio che gestire una crisi.
Molto peggio che il peak oil.
Molto, molto peggio che tutti i mutui e i debiti da pagare.
L’energia madre ha necessità di figli preparati per baci, carezze e coccole.
Altrimenti non la troveremo mai, la madre giusta.
L’unica che esiste.
Quella buona davvero, che sogna i tuoi sogni, non i suoi.
Affinchè siano davvero dei bei sogni.
Poesia?
Filosofia?
Illusione?
Follia?
Chissà, magari è solo follia.
O magari è solo verità.


FranzK.

2 commenti:

  1. Caro Francesco,

    concordo con ciò che dici quando affermi:
    "La conoscenza rende gli uomini liberi.
    E la prossima sfida sarà quella di gestire la Libertà."
    Anche se, a dire il vero, credo che quella della libertà sia una sfida da sempre: da sempre siamo di fronte a scelte che richiederebbero conoscenza e coscienza (buone, s' intende). Certo, in questo momento, le sfide alla nostra libertà sono ancora più grandi, perchè più cariche di implicazioni per tutta l' umanità e le conoscenze ci appaiono sempre più complesse e quasi irraggiungibili per l' uomo e la donna "comuni". Una ulteriore sfida, dunque, sta proprio nella capacità della scienza e degli scienziati di rendere accessibili e comprensibili le scoperte e di fare in modo che, sulle decisioni importanti, possano essere coinvolti tutti. Solo con la buona coscienza di molti, possiamo forse evitare i pericoli e i rischi da cui neppure la ricerca scientifica è immune, nel senso che poi, dopo le scoperte, sono spesso i governi e i politici a prendere le decisioni più importanti e, non sempre questo viene fatto in modo trasparente e democratico. Parliamone dunque. Continuiamo ad interessarci di queste grandi questioni (cos'è l' universo, cosa lo spinge e lo modifica, cosa siamo noi in rapporto ad esso) o, come dici tu, cerchiamo di capire meglio ciò che non è stato ancora ben compreso. Anche se, come nel mio caso, siamo a questo proposito degli emeriti ignoranti, non lasciamo che siano sempre altri a dipanare tutte le matasse della comprensione del mondo e dei suoi, forse eterni, segreti. Informiamoci dunque, seguiamo l' evolversi delle scoperte, peraltro mai definitive, parliamone e confrontiamoci con spirito costruttivo.
    Mi sembra che tu lo stia già facendo, probabilmente anche nel tuo lavoro (sempre prezioso, come lo è ogni lavoro svolto con onestà e impegno)ma anche attraverso questo blog.
    Grazie.

    Acquachiara

    http://valoredellecose.blogspot.it/

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  2. Benvenuta Acquachiara,
    credo davvero che la conoscenza renda liberi gli uomini.
    forse è per questo che non è servita nel modo giusto.
    un piatto semplice non "nouvelle cuisine".
    la divulgazione spesso è "traduzione" da altre lingue altre esperienze.
    e credo che conoscere è "portare come se" e non "con se".
    nel primo caso la conoscenza è "cicatrice", vero vissuto quanto nel secondo troppe volte solo procedura, conformità se non conformismo.
    chi sa , sa nel semplice, nel vissuto, e riesce a spiegarlo a un bimbo.
    chi non sa imputa al bimbo di non riuscire a comprendere.
    così la vera "garanzia" sta negli interpreti e nelle loro reali capacità, vissute, non in una procedura unificata.
    se ci ritroviamo "ignoranti" è per una radicale e insistita mancanza di reale libera e condivisa divulgazione della conoscenza.
    frutto di volontà o di semplici incapacità.
    gestire la libertà prossima ventura è davvero un problema epocale, antropologico e filosofico molto prima che "scientifico".
    quel tuo "parliamone dunque" è la chiave di volta, l'unica vera possibilità e , purtroppo appare l'unica cosa davvero impossibile.
    forse per noi come singoli, prima di qualsiasi interesse o potere.
    se mai ci riuscissimo davvero, questi ultimi saremmo noi, senza imposizioni nè coercitive quanto "democratiche" censure.
    comprendere l'energia madre è in fondo solo uno strumento, fondamentale quanto vuoto se non riempito dalla successiva, indispensabile conquista della "libertà".
    in questi giorni viviamo una speranza e si affaccia un luminoso orizzonte.
    fatto di piccole particelle che aprono a comprensioni necessarie che io , nel mio piccolo, ho cercato di scrivere qui, sotto forma inosservata quindi "sicura" di "poesia" ....
    un orizzonte sconvolgente, rivoluzionario, ma luminoso.
    parliamone dunque , ai piccoli prima che hai grandi.
    perchè è dei piccoli il futuro.
    grazie davvero Acquachiara di aver "arricchito" le mie poche parole con altre semplici e lucide.
    con vera stima.
    Francesco

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