domenica 28 marzo 2010

Postalmarket.




 [http://www.youtube.com/watch?v=xxExvV9vpPk&feature=related][ da qui*]


Questa più che una storia è un ricordo.
Condivisibile forse solo tra uomini, senza che le donne possano offendersi.
Uomini di un certo tempo.         
Di una certa età.
Di quelli che hanno vissuto l’adolescenza o giù di lì, ai tempi del Postalmarket.

Lo ricordate di certo.
Quello spesso catalogo di vendite per corrispondenza.
Che capitò in tutte le case da un certo tempo in poi.
Vendeva di tutto.
Dalle sedie ai costumi da bagno.

Che spettacolo quel catalogo.
Per la nostra generazione piena di sogni oggi cinesi.
Quel patinato in quadricromia lucente.
L’ingresso dell’immaginazione del tutto possibile anche nelle porte delle povere case operaie.
Perché il prezzo non contava, era sufficiente il possibile esistere.
*
Figurarsi per noi dell’età delle scuole medie.
Dentro in quelle pagine erano raccolti tutti i sogni possibili, tutto le fatiche giustificate del nostro futuro.
E oltre.
Perché alcune cose fotografate là dentro non si poteva immaginare potessero neppure esistere.
Se mi concentro un po' mi vengono anche in mente con lucida precisione.

Credo lo distribuissero gratuitamente il catalogo di vendita per corrispondenza.
Anno per anno.
Con un crescendo di novità.
Mentre stava crescendo tutto.
Traffico, autostrade, Pil, consumi e  morti a causa di tutto questo.

E crescevamo anche noi.
Passando per le prime trasgressioni.
Le prime boccate di tabacco.
Le prime divise ufficiali del calcio o giù di lì.
I primi timidi innamoramenti.

Aspettando con fretta che tutto divenisse vero e possibile.
Che diventassimo uomini liberi da comandi.
Liberi di decidere i nostri certi ricchi futuri.
Liberi un giorno di comprare tutto quello che era fotografia nel catalogo del postal-market.
Almeno quello.

Ma ben altro è il ricordo.
Per quell’età di cui ho accennato prima.
Ben altro.
È il ricordo di quando sfogliando le pagine di quel catalogo arrivavi al capitolo: intimo femminile.
Appena dopo: moda mare.

Dopo l’antipasto un piatto unico da indigestione.
Perché non si sa bene come ma quando arrivavi lì, cominciavano strane cose.
Stranissimi effetti.
E scoprivi altre forme di crescita.
Altri fenomeni da Pil.

Le donne fotomodelle del capitolo intimo femminile del catalogo postal-market hanno avuto grandi responsabilità.
Quanti di noi hanno avuto in loro la prima amante virtuale?
Dai, non scherziamo, quasi tutti.
Ricordate per noi che vivevamo ancora nella completa censura, l’invincibile tentazione erotica di certe pose?
Di certe mutandine semitrasparenti, di certi reggi seni minimalisti, di certi ammiccanti sorrisi di innocente malizia?

Scommetterei e sono contro le scommesse.
Che quella porzione di pagine di quel catalogo in casa di adolescenti maschi erano tutte completamente lise.
Arricciate.
Un po' secche anche.
A scapito della normale usura di tutte le altre.

Scommetterei e proprio non mi piace scommettere.
Di quanto tempo tutte le nostre  madri ci hanno sollecitato a lasciare libero il bagno.
Di smetterla di chiuderci dentro.
Che non era possibile che tutti i giorni soffrissimo di tali coliche.
Che, sbraitando, maledivano i cibi dei tempi moderni che le procuravano.

E tutti noi siamo convinti che le nostre mamme non sapevano.
Penso che solo noi abbiamo creduto di essere ben nascosti.
Che nessuno potesse percepire il ripetuto ansimare dei nostri plurimi e rapidissimi solitari orgasmi.
Che pretendevano, per riaversi, un immediato cambio di pagina.
Cambio di fantasia.

Poi il tempo dello zabaione obbligato è passato.
E abbiamo cominciato ad avere la necessità di sentimenti per certe crescite.
Almeno qualcuno di noi.
Gli altri sono ancora lì.
Chiusi in bagno.

A voltare pagine.

Franz.K

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