giovedì 15 aprile 2010

Poesie incrociate.




 [http://www.youtube.com/watch?v=3xmpKPUq520&feature=related]


Vorrei saper scrivere.
Essere poeta.
Per scrivere poesie.
Difficili.
Incrociate.

Ad ogni rima un pensiero originale.
Ad ogni frase un contenuto vero.
Che faccia emozionare.
Sentire.
Trasmettere.

Non sarebbe un gioco.
Neppure una sfida.
Sarebbe condivisione.
Sorgente aperta.
Di pensiero.

Ma la poesia non è pensiero.
O almeno non soltanto.
E non è per me, che ho solo pensiero.
Anche se è sorgente.
Di pensiero aperto.

Così sarebbe difficile per me, che poeta non sono.
Risolvere gli enigmi riservati ai poeti.
Ai loro destini.
Quelle domande in orizzontale e verticale.
Per cui sono nati con le risposte.

Quelle matrici.
Non di soli pensieri.
E di quesiti.
Con un numero preciso di emozioni da provare.
Per la risposta giusta.

Un incrocio difficile.
Per uno che poeta non è, sovrumano.
Perché sono emozioni contate.
Che è necessario incrociare.
Non semplici ragionamenti.

Emozioni.
Contate e governate.
Ma non logiche.
Da incrociare giuste.
Tra molte emozioni possibili.

I poeti a volte sono incompresi.
Troppo.
Da questo mondo di logica.
Che non capisce il loro compito.
Di solutori di enigmi.

Che il solo pensiero non saprebbe affrontare.
Non basta.
Per incrociare orizzontali e verticali.
Piene zeppe di emozioni.
Di comprensione differente.

Così vorrei sapere almeno scrivere.
Perché la poesia non la impari.
Ti nasce insieme.
Ti tormenta.
E insieme ti muore.

Ed è un peso.
Oltre che una virtù.
Non so se ti potrebbe far vanto.
O solo fardello.
Sicuramente non zavorra.

Ne sono sicuro.

Franz.K

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