martedì 4 dicembre 2012

Impressioni Antropologiche.

















Fotografia d'autore:
....OLTRE IL PONTE ....
di ANGELO BERLENDIS
www.fotocommunity.it


https://www.youtube.com/watch?v=_-OiQygm2uU&feature=BFa&list=PL6E758EE93C9DB841



Suicidio. 
Una fine senza previsione, senza Maya.
I numeri dell’articolo parlano di un ricoverato ogni 37 ore per “tentato suicidio”. 
Quanti all'anno è di facile conto : 236 all'anno, dovesse malauguratamente valere la statistica. 
Quasi tutte donne, il resto giovani. 
58.000 morti all'anno per suicidio in Europa contro i 50.700 per incidenti stradali e 5350 per omicidio.

1.000.000 all’anno di morti nel mondo, suicidi. 

Vado a cercare altri dati e nel sito dell’Istat trovo numeri “Italiani” ancora più raccapriccianti che “accertano nel periodo 2005-2007, 2867 decessi per suicidio con una netta prevalenza del “ricco nord” (2178 ) rispetto al “problematico” mezzogiorno” (i restanti 689) con una percentuale di uno su due tentati. 
Molti affermano che la principale causa è una malattia. 

Si chiama “depressione”.

 … dal 1940, nei paesi industrializzati, tende costantemente ad aumentare la prevalenza di tale disturbo e ad abbassarsi l'età media d'insorgenza ……

E, se non ci raccontiamo troppe bugie, chi non è stato o ne è vittima?
Vorrei riprendere un istante la “piramide” delle gerarchie delle necessità di Maslow per fare una piccola considerazione. 
Dalla larga base delle necessità “primarie” verso la punta di quelle degli “ideali” sicuramente si corrono rischi al contrario per la possibilità di dar loro una soluzione. 
Ovvero quanto potrà essere relativamente semplice (*) soddisfare le esigenze del mangiare, del respirare, del lavarsi, del fare sesso ecc, quanto diverrà sempre più difficile soddisfare tutte le necessità relative alla “trascendenza”, alla “verità” ultima, ……

(*)(soprattutto nella nostra società, e relativamente anche ad una “crisi” che è figlia di difetto di consumi non di eccesso di morti di fame ……. come ancora per “ politica” ho sentito affermare dal tubo nero del televisore da parte dei politici e della “politika” che non avendo programmi da proporre, cercano di nascondere o confondere non solo spiegando quello che non sanno, ma spaventando unicamente i deboli, purtroppo i più … con “dipinti” davvero datati e di cattivo gusto …… in fondo sono solo semplici burattini al servizio dei veri poteri che non riescono più a fare business ……. se non con casse da morto … ) 

Da una semplice analisi antropologica, sembra che le necessità della razza umana si spostino, dopo aver trovato il modo più semplice (!) di dare soddisfazione alle prime, quelle primarie, verso le seconde, relative alla “trascendenza”, forse alla vera “felicità” ……… “verità”,  o semplicemente naturale evoluzione di un scopo, un programma intrinseco nell'evoluzione della nostra natura quanto forse molto distante dalla “natura”che ci ospita.
Relativamente a quanto proposto da Maslow , e a quest’ultima considerazione, sembra generarsi una piramide di difficoltà opposta a quella delle necessità
Che sia questa la vera “crisi”?
Che non abbia davvero nulla da spartire con la finanza ma sia legata ad essa solo con “scopi”, “desideri”mancanti che non possono essere più cavalcati per scopi speculativi?
Che sia questo l’intreccio diabolico?
Che sia l’ostinazione di onnipotenza di fronte a un cambiamento necessario che ci trova solo impotenti?
In fondo si vende solo elettronica digitale, alla ricerca di comunicazione, di illusoria “non solitudine” ….
Un business davvero piccolo rispetto a quello dell’abitazione e dell’automobile …..
E, purtroppo, relativamente alle necessità esiste solo un “must”: 
O si soddisfano oppure no.
Si vive o si muore. 
Per soddisfarle occorre innanzitutto comprenderle e senza la loro comprensione, il delirio di onnipotenza trova nel suicidio, come atto estremo d’azione solo un alibi alla reale impotenza.
Che può essere “droga”, “alcool”, o mille altre cose ancora …. alcune addirittura virtuose all'apparenza …
Può essere un suicidio senza morte.
Qualcosa che ho talvolta ho la sensazione di vivere percorrendo una strada …….
Troppi gli esempi possibili dai quali mi astengo.
Quindi “non comprendere” può rappresentare davvero “la condizione” dell’insuccesso e della conseguente castrazione. (che non sarà causa unica della depressione ma certa favorevole circostanza). 
Nessun compromesso ammesso dunque.

Uno dei “bachi” o delle “virtù” degli umani.
Che solo nel dolore o nell'estremo di una necessità insoddisfatta sembra possano trovare la forza, la capacità, la volontà ed il coraggio per un loro soluzione. 

Un semplice, vero, cambiamento.

Quanto nel caso contrario resta solo un baco, un verme, un vicolo senza uscita.
Un reale suicidio.
Tanto in morte.
Quanto in vita. 


FranzK



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