martedì 24 aprile 2012

L'Età del Tempo.





I vecchi erano bambini, l’altro ieri.
Profumati, morbidi, nuovi.
I bambini non sanno cosa vuol dire invecchiare, per loro è crescere.
Però invecchiano anche loro.
E quando diventano vecchi si ricordano di quando erano bambini.
E sorridono perché credono di sapere.
Anche se non vorrebbero né ricordare né sapere.
E finiscono per sorridere anche per questo.
O piangere anche per questo.
I ricordi si confondono tra traguardi raggiunti e bobine che non si riavvolgono più.

È veloce il tempo per i vecchi.
Conta al contrario, non più in avanti.
E non lo temono o lo temono troppo.
Tra la speranza di altri ricordi e la certezza della fine.
Non sanno più se amarlo o odiarlo il tempo.
Nel suo spegnersi.
Spegnendo nel fievole ticchettio al contrario, ancora qualche bel giorno o l’inizio del dolore della fine.
Sono saggi a volte i vecchi.
Scontrosi a volte.
Sono insopportabili a volte i bambini, adorabili a volte.

Forse dipende dai vecchi che incontrano.

In mezzo c’è la vita.
Ci sono i desideri.
Il “non tempo”.
I sogni.
Le illusioni.
I progetti.
Le speranze.
Di uomini non più bambini, non ancora vecchi.
Senza tempo da contare.
In avanti o all’indietro.

Poi secca tutto.
E rimane uno sguardo verso un orizzonte senza confine.
Nella statica saggezza.
O nella presuntuosa eterna giovinezza.
Nel credere di aver finalmente compreso.
Nell’arroganza di poter definire verità assolute.
O nella semplicità di tornare un po' bambini.
Di riconquistare sguardi tersi.
Ancora colmi di possibili stupori, anche quelli della nuova avventura della fine.

Non c’è età per essere vecchi.
Non una per essere giovani.
Non una per essere saggi, nello statico di un saggio.
Non un’altra per riuscire a continuare a stupirsi.
Il tempo è fatto di pieni.
Perché sia giovane.
Il suo vuoto lo invecchia.
E invecchia chi gli appartiene.
Chi vive il suo vuoto.
Nell’unica attesa che passi, transitando come un treno senza destinazione.

Giovani nel pieno di un tempo senza rumore.
Vecchi nel vuoto di ticchettii assordanti.
Ci amavamo, ci odiavamo quando eravamo bambini.
Quando diventeremo vecchi, se ci capiterà, ci accontenteremo di osservarli.

Nel pieno del loro tempo.
E nel nostro ormai vuoto.

Solo in un tenero sorriso.
O nelle lacrime di un pianto.


FranzK.


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