giovedì 2 febbraio 2012

Emozioni Cuore Vitae.





Siamo emozioni.
Null’altro.
Solo emozioni.
Non carne.
Solo emozioni.
Il cuore della vita.
Tutto quello che possiamo offrire.
Tutto quello che possiamo ricevere.
Tutto quello che ci manca.
Tutto quello che cerchiamo.
Solo emozioni.

Il cuore della vita, la sorgente di tutto.
Che non hanno necessità di difese ma di protezione.
Perché sono ancora in una gabbia dentro le parole.
Come dentro a un dipinto.
O una melodia.
Il cuore della vita dentro in gabbie poco evolute.
Siamo solo emozioni.
Il “te” vero, quello dentro, quello che “senti” non quello che “comprendi”.
E non ci sono parole maledizione, e io non ne ho.
Le sto chiudendo in una gabbia anche qui.
Loro e me alle quali appartengo.

Sono un emozione.
È per questo che “sento” me e il resto.
Non lo comprendo, lo “sento”.
Siamo solo emozioni sparse, sole.
Fosse mai possibile collegarci.
Cablarci in modo semplice.
Noi, emozioni, i cuori della vita.
Particelle vive.
Chiuse in gabbie.
Emozioni il nostro cibo.
L’unico di cui possiamo nutrirci.
Per la sua vita.
Siamo emozioni , e basta.
Emozioni da vivere, da dare, da ricevere.
Solo una semplice emozione.
Senza periferiche di collegamento.
Senza strumenti per decriptarci.
In che modo possiamo collegarci davvero?
Se  non conosciamo la struttura della particella che ci compone?
Non ne comprendiamo la natura.
Che sto chiudendo in una gabbia di sole parole anche qui.
Incatenato nel mio poco evoluto, dentro in parole, solo parole.
Io che sono solo un'emozione.

Sentire, noi ci sentiamo.
Non ci credo che ci comprendiamo.
Che possiamo stipulare parole per farlo.
Nè dipingere dipinti.
Non comporre melodie.
Possiamo piangere o ridere.
Il minimo di quell’infinito che c’è in noi.
L’emozione cuore della vita.
Non è un segnale elettrochimico, non lo è.
È il “sentirsi”, e in quella mancanza di alfabeti adeguati, “sfuggirci”, “temerci”.
E non ci proteggiamo in tal modo.
Ci difendiamo e basta.
Per  l’umano timore di sbagliare sempre.
Se non passa dal raziocinio, dall’impulso elettrochimico di un "logico" pensiero, il “noi”.
L’emozione cuore vita della vita .
Di noi.
Del vivo.

Fatti di quelle particelle, così semplici da “sentire” come impossibili da vivere.
Perché credo che noi ci “sentiamo” molto di più che “vederci”,”toccarci”,”udirci”,”gustarci”, “annusarci”.
Sentiamo noi e gli altri, divisi da alfabeti piccoli, da tavolozze scarne di colori, da strumenti monocorde.
Siamo emozioni, lasciatemelo credere.
Solo emozioni.
Semplici pure emozioni.
Senza spelafili e cacciaviti per cablarle.
Senza digitale per discretizzarle.
Siamo emozioni.
Che sentono e si sentono.

Senza riuscire ancora a trovarsi.
Nel cuore della vita.

FranzK. 

2 commenti:

  1. Francesco Cozzo Lei traduce in parole tante cose che la gente prova e che magari non sa di provare.E' vero le parole sono dei limiti non solo per descrivere il "SENTO" a volte anche per comunicare.Per non parlare,poi, della difficoltà-differenza di comunicare verbalmente o per iscritto.Lei,cmque,riesce a dare voce alle emozioni almeno per me è così.Anzi,oserei dire che da voce anche alle mie emozioni.Emozioni il nostro io.Con stima.D.D.

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