https://www.youtube.com/watch?v=W1GMDXYkdV8
“Non era cominciato bene quel viaggio.
Era l’8 di aprile e, obbligato da un
compito lavorativo, in una
mattina infernale, battuta da forti piogge
e fitta di nebbia, gli toccò affrontare un
lungo viaggio, in compagnia del datore di
lavoro per visitare un possibile,
potenziale cliente.
La piccola ditta per cui lavorava allora,
a carattere decisamente “familiare”,
viveva perennemente sull'orlo del collasso
finanziario e non si precludeva
quindi nessuna possibilità di acquisizione
di ordini.
Lui, come responsabile, un po’ di tutto
ovviamente, non poteva non esserci.
Durante il viaggio, su un vecchio
derelitto furgone, condotto dal principale, “mister Campari” già
ben “carburato” da una consistente dose di
alcool, si ricorda che questo, ad un
tratto, tentò una manovra di sorpasso da
suicidio.
Il retro dell’autotreno che comparve nel
cambio di corsia aveva la forma della
porta di ingresso del paradiso, almeno per
lui, per l’altro quella di un bar che
serviva alcolici gratis, probabilmente.
Scampato, per un vero miracolo, l’impatto
mortale, F
esplose, e urli e insulti
indirizzati a quell'imbecille di
antropomorfo, riempirono per molti minuti, la
cabina di quella specie di veicolo.
Se doveva morire, togliendosi la vita,
pretendeva di farlo da sè, secondo il suo
stile e non secondo quello di un
assatanato ubriacone da osteria.
Cadde poi un imbarazzante silenzio fino
alla destinazione.
Così quell'8 di aprile F conobbe “l’uomo con
i baffi” un incontro che, forse più di sempre, gli
avrebbe cambiato l’esistenza.
L’uomo,
per quanto dica e racconti ancor oggi di F ricordandolo simpaticamente,
come un maglione sgualcito che camminava
da sé, era un uomo che, a sua
volta, appariva assai più vecchio della
sua età: non ne aveva ancora cinquanta,
ma, a colpo d’occhio nessuno si sarebbe
stupito se ne avesse dichiarati una
decina in più.
Aveva pochi capelli solo sui lati della
testa e due grossi baffi neri.
L’aria era assente ed annoiata, triste
forse, mentre F
era intento ad illustrare
l’attività della ditta che rappresentava
cercando a sua volta di comprendere se
potessero sussistere delle condizioni per
offrirne i servizi.
L’uomo,
nella completa assenza, guardava altrove, lo sguardo fisso su qualcosa di
incomprensibile dato che da quel lato c’era
solo una nuda parete.
E dire che li aveva convocati lui, tramite
una comune conoscenza, …….
F
si ritrovò a parlare da solo, scorrendo le pagine di un “book” di
realizzazioni
che usava in modo consueto durante le
presentazioni.
Ad un tratto, come risvegliato
improvvisamente da un lungo letargo, la mano
dell’uomo cadde
pesantemente su di una pagina del libro fermandone lo scorrere.
“Ecco questo
mi interessa, è da tempo che cercavo qualcuno che potesse
realizzarlo”.
L’uomo con
i baffi adesso
sorrideva ed era perfettamente presente e lucido.
Con il tono simpatico e affabile,
caratteristico del suo accento regionale …….”
Quanto tempo è
passato, ti ricordi?
Hai tagliato i
baffi, sei ringiovanito, hai cominciato a vivere.
E quanto insieme
abbiamo condiviso, quanti pianti, quante gioie.
I ruscelli dei
termosifoni del mio alloggio, dove, a volte, ti fermavi a dormire e mi stavi ad
ascoltare nel sonno, risvegliandoti solo di tanto in tanto, rispondendomi a cose
che ti avevo detto almeno dieci minuti prima.
La curva del
cucchiaino, le scarpe “valleverde”, le condivisioni di indimenticabili cene con
la tua famiglia, quella che adesso non c’è più.
Quel piccolo
stupore che nella stranezza dei tuoi sguardi riservavi all'eloquenza nei miei confronti
della tua meravigliosa madre.
I viaggi sulla
navicella spaziale, i pianti che ti hanno reso forte, la porta del bagno
scardinata per rendere almeno orizzontale un materasso tutt'altro che
ortopedico, le tue provocazioni, le mie, le nostre testardaggini, divergenze,
quell'amicizia che da sempre era un “interesse”, ovvero qualcosa di
interessante.
L’uomo senza
baffi, l’uomo del passo indietro, l’uomo che nel pianto di un viaggio, ferito
nel profondo, è divenuto uomo capace più di sempre di andare piano e tornare in
fretta.
Ho imparato
molto, ho avuto molto, spero di aver reso qualcosa, oltre le mie sciocche,
incomprensibili “poesie”, i miei scritti indecifrabili, i miei progetti
metafisici, gli occhiali da notte, Leo l’inventore, gli “mvc” al posto che i “tvb”sugli
sms , le “jam session” dove liberavi parole argute e spontanee, sul sottofondo
della mia chitarra, la mia “civilizzazione” ….
È arrivata una
malattia a fermarti, e non solo.
Ho un bellissimo
ricordo: in tre a braccetto, sotto i portici affollati di una città che
cantavamo a squarciagola senza ritegno: ..… e non ci lasceremo mai …… abbiamo
troppe cose insieme …… , prima che ti si proponesse di cercare un gatto, in una
camera da letto …. prima che mi versassi tu, da ospite, vino che gli ospitanti
non mi offrivano …..
Un altro: io e te
con il braccio rotto e ingessato che facevamo le guardie del corpo al sosia di
un famoso politico …. bevendo champagne diversamente dal lambrusco servito al
politico vero ….. per poi “accompagnarti” virtualmente ad accendere candele in
una chiesa ……..
E quanti ancora
non lo so.
In fondo quella
magia l’ho interrotta io, e non potrò mai spiegartene il vero motivo.
L’ho interrotta
nell'unico modo possibile, sfiorando quella parte di te che non potrà mai
concedere nessun perdono o comprensione.
Eravamo amici io
e l’uomo
con i baffi, molto di più che amici, dopo che li ha tagliati.
Passato prossimo,
o remoto, nessun futuro, nessun altra cosa insieme.
Mi ha aiutato a
cambiare la vita, in meglio, aprendo cuore, mente e prospettive.
Il resto è come
sempre, per tutti, solo solitudine, ognuno con i suoi zaini e le sue zavorre.
È rimasto un bene
profondo, anche se alle giuste distanze, quelle alle quali ha sempre auspicato
il destino dei miei interlocutori ….
Ricordi amico
mio?
“Solo dopo che ho
conosciuto il peggio ,il …… , ho imparato ad apprezzare il meglio”.
Credo non
riscriveresti più il contrario.
Non è più con
ragione o torto che conta.
Tu hai tagliato i
baffi, io i capelli e forse abbiamo imparato insieme la forza del pianto e la
debolezza di un vero sorriso.
Ti ho voluto bene
"ex uomo con i baffi”, e , alle giuste
obbligate distanze non smetterò mai di volertene.
…… abbiamo avuto
troppe cose insieme ………
FranzK.
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