Fotografia d'autore:
....OLTRE IL PONTE ....
di ANGELO BERLENDIS
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Suicidio.
Una fine senza previsione, senza Maya.
I numeri dell’articolo parlano di un ricoverato ogni 37
ore per “tentato suicidio”.
Quanti all'anno è di facile conto
: 236 all'anno, dovesse malauguratamente valere la statistica.
Quasi tutte donne, il resto
giovani.
58.000 morti all'anno per suicidio in Europa contro
i 50.700 per incidenti stradali e 5350 per omicidio.
1.000.000 all’anno di morti nel mondo, suicidi.
Vado a cercare altri dati e nel
sito dell’Istat trovo numeri “Italiani”
ancora più raccapriccianti che “accertano nel periodo 2005-2007, 2867 decessi
per suicidio con una netta prevalenza del “ricco nord” (2178 ) rispetto al
“problematico” mezzogiorno” (i restanti 689) con una percentuale di uno su due
tentati.
Molti affermano che la principale
causa è una malattia.
Si chiama “depressione”.
… dal 1940,
nei paesi industrializzati, tende costantemente ad aumentare la prevalenza di
tale disturbo e ad abbassarsi l'età media d'insorgenza ……
E, se non ci raccontiamo troppe
bugie, chi non è stato o ne è vittima?
Vorrei riprendere un istante la
“piramide” delle gerarchie delle necessità di Maslow per
fare una piccola considerazione.
Dalla larga base delle necessità
“primarie” verso la punta di quelle degli “ideali” sicuramente si corrono
rischi al contrario per la possibilità di dar loro una soluzione.
Ovvero quanto potrà essere
relativamente semplice (*) soddisfare
le esigenze del mangiare, del respirare, del lavarsi, del fare sesso ecc,
quanto diverrà sempre più difficile soddisfare tutte le necessità relative alla
“trascendenza”, alla “verità” ultima, ……
(*)(soprattutto nella nostra società, e
relativamente anche ad una “crisi” che è figlia di difetto
di consumi non di eccesso
di morti di fame ……. come
ancora per “ politica” ho sentito affermare dal tubo nero del televisore da
parte dei politici e della “politika” che
non avendo programmi da proporre, cercano di nascondere o confondere non
solo spiegando quello che non sanno, ma spaventando unicamente i deboli,
purtroppo i più … con “dipinti” davvero datati e di cattivo gusto …… in fondo sono
solo semplici burattini al servizio dei veri poteri che non riescono più a fare
business ……. se non con casse da morto … )
Da una semplice analisi antropologica, sembra
che le necessità della razza umana si spostino, dopo aver trovato il modo più
semplice (!) di dare soddisfazione alle prime, quelle primarie, verso le
seconde, relative alla “trascendenza”, forse alla vera “felicità” ……… “verità”,
o semplicemente naturale evoluzione di
un scopo, un programma intrinseco nell'evoluzione della nostra natura quanto
forse molto distante dalla “natura”che ci ospita.
Relativamente a quanto proposto da
Maslow , e a quest’ultima considerazione, sembra generarsi una piramide di difficoltà opposta
a quella delle necessità.
Che sia questa la vera “crisi”?
Che non abbia davvero nulla da spartire con la finanza ma
sia legata ad essa solo con “scopi”, “desideri”mancanti che non possono essere
più cavalcati per scopi speculativi?
Che sia questo l’intreccio diabolico?
Che sia l’ostinazione di onnipotenza di fronte a un cambiamento
necessario che ci trova solo impotenti?
In fondo si vende solo elettronica digitale, alla ricerca di
comunicazione, di illusoria “non solitudine” ….
Un business davvero piccolo rispetto a quello dell’abitazione e dell’automobile
…..
E, purtroppo, relativamente alle
necessità esiste solo un “must”:
O si soddisfano oppure no.
Si vive o si muore.
Per soddisfarle occorre innanzitutto comprenderle e senza la
loro comprensione, il delirio di onnipotenza trova nel suicidio, come atto
estremo d’azione solo un alibi alla reale impotenza.
Che può essere “droga”, “alcool”, o mille altre cose ancora ….
alcune addirittura virtuose all'apparenza …
Può essere un suicidio senza morte.
Qualcosa che ho talvolta ho la sensazione di vivere
percorrendo una strada …….
Troppi gli esempi possibili dai
quali mi astengo.
Quindi “non comprendere” può
rappresentare davvero “la condizione” dell’insuccesso e della conseguente
castrazione. (che non sarà causa unica della depressione ma certa
favorevole circostanza).
Nessun compromesso ammesso dunque.
Uno dei “bachi” o delle “virtù” degli
umani.
Che solo nel dolore o nell'estremo
di una necessità insoddisfatta sembra possano trovare la forza, la capacità, la
volontà ed il coraggio per un loro soluzione.
Un semplice, vero, cambiamento.
Quanto nel caso contrario resta solo un baco, un verme, un
vicolo senza uscita.
Un reale suicidio.
Tanto in morte.
Quanto in vita.
FranzK
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