I vecchi
erano bambini, l’altro ieri.
Profumati,
morbidi, nuovi.
I bambini
non sanno cosa vuol dire invecchiare, per loro è crescere.
Però invecchiano
anche loro.
E quando
diventano vecchi si ricordano di quando erano bambini.
E sorridono perché
credono di sapere.
Anche se non
vorrebbero né ricordare né sapere.
E finiscono
per sorridere anche per questo.
O piangere
anche per questo.
I ricordi si
confondono tra traguardi raggiunti e bobine che non si riavvolgono più.
È veloce il
tempo per i vecchi.
Conta al
contrario, non più in avanti.
E non lo
temono o lo temono troppo.
Tra la
speranza di altri ricordi e la certezza della fine.
Non sanno
più se amarlo o odiarlo il tempo.
Nel suo spegnersi.
Spegnendo nel
fievole ticchettio al contrario, ancora qualche bel giorno o l’inizio del
dolore della fine.
Sono saggi a
volte i vecchi.
Scontrosi a
volte.
Sono insopportabili
a volte i bambini, adorabili a volte.
Forse dipende
dai vecchi che incontrano.
In mezzo c’è
la vita.
Ci sono i
desideri.
Il “non
tempo”.
I sogni.
Le illusioni.
I progetti.
Le speranze.
Di uomini
non più bambini, non ancora vecchi.
Senza tempo
da contare.
In avanti o
all’indietro.
Poi secca
tutto.
E rimane uno
sguardo verso un orizzonte senza confine.
Nella statica
saggezza.
O nella
presuntuosa eterna giovinezza.
Nel credere
di aver finalmente compreso.
Nell’arroganza
di poter definire verità assolute.
O nella
semplicità di tornare un po' bambini.
Di riconquistare
sguardi tersi.
Ancora colmi
di possibili stupori, anche quelli della nuova avventura della fine.
Non c’è età
per essere vecchi.
Non una per
essere giovani.
Non una per
essere saggi, nello statico di un saggio.
Non un’altra
per riuscire a continuare a stupirsi.
Il tempo è
fatto di pieni.
Perché sia
giovane.
Il suo vuoto
lo invecchia.
E invecchia
chi gli appartiene.
Chi vive il
suo vuoto.
Nell’unica
attesa che passi, transitando come un treno senza destinazione.
Giovani nel
pieno di un tempo senza rumore.
Vecchi nel
vuoto di ticchettii assordanti.
Ci amavamo,
ci odiavamo quando eravamo bambini.
Quando diventeremo
vecchi, se ci capiterà, ci accontenteremo di osservarli.
Nel pieno
del loro tempo.
E nel nostro
ormai vuoto.
Solo in un
tenero sorriso.
O nelle
lacrime di un pianto.
FranzK.
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